Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

27/12/24 ore

Povertà=terrorismo, l’equazione sbagliata di Papa Francesco


  • Antonio Marulo

Il terrorismo di matrice islamica così come l’abbiamo conosciuto a inizio secolo nella versione Al Qaeda e come lo stiamo in questi giorni assaporando con i tagliagole dell'Isis, c’entra poco o nulla con la povertà. Ce lo dicono prima di tutto i fatti e i personaggi che si sono resi protagonisti di atti efferati in questi ultimi lustri.

 

Tanto per fare gli esempi più noti, Bin Laden era uno sceicco saudita e chi si è schiantato sulle Torri gemelle non se la passava mica male. I “martiri” di Parigi non erano scarti della società e la donna kamikaze, cugina del capo del commando al Bataclan, poteva vantare addirittura un curriculum da imprenditrice.

 

Chi parla quindi di povertà che genera il terrorismo – come fa Papa Francesco in viaggio verso il Kenya - compie un atto di semplificazione grossolana, forse di comodo, di un fenomeno tutt’altro che compreso e tuttora incomprensibile in tutte le sue dinamiche perverse e contraddittorie, che sono anche il frutto del delirio degenerativo delle professioni di fede messe poi al servizio del potere e del denaro.

 

Sappiamo cosa, in passato anche lontano, l’uomo ha fatto manipolando e strumentalizzando il nome e la parola del dio cristiano. Oggi tocca all’Islam e al suo dio fare i conti con la strumentalizzazione di un libro sacro soggetto a innumerevoli e libere interpretazioni.

 

Cosa dire, dunque, di fronte alle parole di Bergoglio, secondo cui «l’esperienza dimostra che la violenza, il conflitto e il terrorismo si alimentano con la paura, la sfiducia e la disperazione, che nascono dalla povertà e dalla frustrazione»?

 

Si può intanto ribattere - eppure il Papa lo sa bene  -  che chi è povero ama troppo la vita e tutto ciò che sogna di poter fare, una volta uscito dalla miseria, per prendersi il lusso di diventare una bomba umana tra la folla di giovani festanti durante un concerto.

 

 


Aggiungi commento