Assente ingiustificata, colpevole ritardo, scarso peso politico... Si sprecano i complimenti per il ministro degli Esteri Emma Bonino nei commenti sulla vicenda che vede protagonisti e forse vittime i tifosi al seguito della Lazio calcio, arrestati e trattenuti in Polonia da una settimana.
Sarà per l’appartenenza politica piuttosto marcata della curva laziale, o forse è solo un caso, sta di fatto che molto attiva nel liquidare l’operato della titolare della Farnesina risulta essere la stampa di destra, a rimorchio dei rappresentanti della pattuglia di parlamentari di Fratelli d’Italia, quanto mai sensibile alle sorti dei nostri appassionati connazionali.
In particolare, il quotidiano il Tempo non fa sconti alla radicale, raccontando una versione poco o per nulla aderente ai fatti, sulla falsa riga dell’interpretazione fornita dall’onorevole Giorgia Meloni che, nel rimarcare la gravità della “sua assenza (di Bonino, che era impegnata in un vertice Nato ndr) mentre si discute un'informativa urgente”, parla di “silenzio assordante delle istituzioni” e dell' “Italietta spaghetti e mandolino” che “si fa trattare come l'ultima ruota del carro…”.
Eppure la realtà dà conto di tutt’altro: di un ministro che fin dai primi momenti si è attivato per chiedere lumi, in contatto con l’ambasciatore in loco e con i colleghi polacchi, su una vicenda poco chiara, che vede comunque le autorità di Varsavia reticenti nella fornitura di prove chiare che giustifichino il fermo dei sostenitori laziali, alcuni dei quali, per amore della verità, non proprio in odore di santità, in quanto già colpiti da provvedimento Daspo nel nostro paese.
Comunque sia, c’è addirittura chi, come un altro valoroso “fratello d’Italia”, l’onorevole Scurria, ha voluto mettere “il dito nella piaga” del Ministro, citando inoltre – anche qui a sproposito - il caso dei due Marò e dimenticando - bontà sua - che Emma Bonino sta tentando di porre rimedio a quel pasticcio indiano confezionato con lodevole maestria dal suo predecessore, nonché sodale politico della destra, Giulio Terzi di Sant'Agata.
Ad essere precisi, però, questa abitudine di mettere in fila presunti insuccessi o fallimenti di Emma Bonino è prerogativa anche di alcuni ambienti politici e informativi più vicini alla sinistra. Per esempio, il Secolo XIX non è stato da meno questa mattina nel maltrattare il ministro degli Esteri, a partire dal caso kazakistan, anche qui in modo poco aderente ai fatti, visto che l’esponente radicale fu la prima a darne notizia dopo essere stata messa allo scuro della vicenda, per altro, tutta interna al Viminale.
Insomma, pare proprio che la presenza di Emma Bonino nel governo delle sempre più magre intese sia poco digerita da più parti, cosicché il legittimo diritto di critica all’operato di un rappresentante del governo lascia spesso spazio a giudizi sommari e a ricostruzioni fantasiose che hanno il sapore della propaganda.
C’è di più, proprio il Secolo XIX ha parlato di malumori anche tra le Feluche, perché la radicale, seppur molto preparata, non mancherebbe di dimostrare il suo atteggiamento appartato e diffidente. Il che, visto l’ambientino mica male nei palazzi della Farnesina, dovrebbe solo rassicurare.
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