Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

23/12/24 ore

Fiat, la lezione poco calzante di Mr Tod's


  • Ermes Antonucci

“Vergognatevi” scrisse Diego Della Valle sui principali quotidiani italiani rivolgendosi ai politici italiani, prima che si costituisse il governo Monti. La stessa espressione è stata riutilizzata dal patron di Tod’s nei confronti di Fiat e del suo Ad Sergio Marchionne, dopo l’annuncio fatto dall’azienda sul possibile dietrofront rispetto agli impegni presi con il piano Fabbrica Italia.

 

Il passo indietro sul piano Fabbrica Italia è una vergogna – ha affermato Della Valle a L’Infedele su La7 –, si tenta di far passare per normale che un impegno preso con il Paese sia diventato un pour parler”. “La famiglia Agnelli – ha aggiunto Della Valle – non e una famiglia normale, ha degli obblighi verso Paese e lavoratori da cui ha avuto un aiuto grandissimo. Per quello che si è fatta dare potrebbe essere considerata una azienda pubblica”.

 

Critiche comprensibili e ragionevoli. Troppo timido ed contradditorio l’atteggiamento di un’azienda così importante come Fiat sul proprio futuro in Italia. Per due motivi: primo, perché si calcola che in 30 anni alla Fiat siano andati più di 7 miliardi e mezzo di euro di aiuti di Stato, secondo perché il piano Fabbrica Italia (che ora si scopre inesistente) rappresentò lo strumento con il quale estorcere il consenso dei lavoratori per un peggioramento delle condizioni di lavoro nei famosi referendum di Pomigliano e Mirafiori.

 

Rispondendo alle polemiche, Marchionne ha ribadito che “il progetto Fabbrica Italia era basato su cento cose, la metà non ci sono più”, ma ha assicurato che “la Fiat non lascerà l’Italia, grazie ai profitti che verranno dall’estero”.

 

Sebbene, comunque, i commenti di Della Valle abbiano un fondo di verità, occorre dire qualcosa anche sul presidente di Tod’s, ormai elevatosi a difensore della società civile. Anche se resta uno dei protagonisti di quell’universo finanziario che ci ha portato nella situazione attuale, l’imprenditore marchigiano non esita a dispensare lezioni di moralità ed etica imprenditoriale.

 

Basti pensare che nell’aprile scorso Della Valle decise di lasciare il patto di sindacato di Rcs dopo che Fiat, insieme a Mediobanca, era riuscita imporre delle nomine nel nuovo Cda secondo lui inadeguate. Pare che l'imprenditore ebbe un acceso diverbio proprio con il presidente della Fiat John Elkann. E oggi veniamo a sapere, tra l’altro, che il patron della Tod's ha portato la sua quota in Rcs tra l'8% e il 9% del capitale (era al 5,5%). Insomma, le sbandierate lezioni di morale vanno a confondersi con pure strategie finanziarie.


Aggiungi commento