"Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza". Così recita il primo articolo della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo, sottoscritta a Parigi nel 1948: a questo e agli altri articoli attivisti e intellettuali cinesi si sono appellati il 10 dicembre 2008, 60 anni dopo, quando hanno sottoscritto il manifesto "Carta 8", per denunciare i soprusi della classe dirigenziale cinese.
Così in Cina, il 10 dicembre di quest'anno, migliaia di persone, firmatari del manifesto, si sono messe in viaggio dalle provincie più lontane verso Pechino, per sfilare in corteo nelle strade antistanti i palazzi governativi e le ambasciate diplomatiche. Il bilancio è stato drammatico: migliaia di persone arrestate.
Nonostante l'oscuramento sistematico dei siti e la censura, Radio Free Asia ha comunque raccolto testimonianze della giornata di protesta: Zhao Guoli, firmatario della città di Shenzhen (Cina meridionale) ha dichiarato di essere stato prelevato mentre manifestava e caricato su uno dei 50-60 autobus messi a disposizione della polizia; stipato insieme ad altre 100 persone, quando i posti a sedere erano solo 50, l'uomo è stato trasferito insieme a circa 5000 manifestanti in un centro detentivo non ufficiale a Jiujingzhuang, nella periferia di Pechino.
Lin Minghao, attivista della città nord orientale di Shenyang, racconta che giunto nel carcere gli è arrivato un messaggio nel quale si diceva che la polizia stava picchiando i manifestanti. "Oltre dieci persone sono state rinchiuse in stanze sovraffollate, senza cibo ne acqua - racconta Minghao - Anche io ho gridato per diverse ore di volere un bicchiere d'acqua ma nessuno ha fatto caso alla mia richiesta".
Quando alcuni funzionari della sua città sono venuti a prenderlo Lin ha capito quale destino gli è stato riservato: "Sarò sottoposto agli arresti domiciliari con l'obbligo di permanenza nella mia abitazione oppure parteciperò ad un gruppo di studio per essere ri-educato o verrò accompagnato in un campo di lavoro. E' assolutamente inumano essere trattato come un criminale per aver difeso i miei diritti".
"Molti di noi, sono venuti da ogni parte della Cina per chiedere giustizia - ha spiegato un altro attivista, soprannominato Yuan - E' da circa dieci anni che va avanti così. Coloro che firmano la Carta vengono rinchiusi, le loro case demolite oppure diventano facili vittime di strani errori giudiziari."
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