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18/11/24 ore

La criminalizzazione della gestazione per altri: ennesima scelta liberticida



di Giulia Anzani

 

Il governo Meloni ha deciso di rendere la gestazione per altri (GPA) reato universale, dimostrando ancora una volta la sua natura liberticida e conservatrice, incastrata in una visione della società che si rifà a un modello superato e fuori dal tempo.

 

Questa decisione non risolve nessun problema del Paese e, anzi, va a colpire duramente famiglie che non si conformano all’ideale tradizionale e monolitico promosso dall’esecutivo, confermandone l’ideologia anacronistica che cerca di proteggere un’immagine idealizzata e irreale della società fondata su un modello di “Dio, Patria e Famiglia” ormai fuori dal tempo.

 

La promozione di una famiglia tradizionale, riporta a quel nucleo familiare in cui i ruoli sono predefiniti e l’armonia regna sovrana: un abbaglio e una narrazione studiata a tavolino per far apparire una perfezione che, nella realtà dei fatti, non è mai esistita. Nel tentativo di difendere questo mito, il governo ignora che le famiglie moderne, di ogni forma e composizione, sono il riflesso della realtà. 

 

La famiglia non è un rigido schema da seguire, ma una rete di relazioni fondate sull’amore, il rispetto e la condivisione di responsabilità [1]. Il modello “Mulino Bianco” è servito a idealizzare qualcosa di irraggiungibile e a creare pressione sociale, nascondendo la complessità della varietà delle dinamiche familiari.

 

La GPA, già ampiamente dibattuta, viene ora demonizzata come pratica immorale, ma chi decide di condannarla trascura un fatto fondamentale: le famiglie, oggi, sono molteplici e ciò che conta davvero è l’amore, l’affetto, il rispetto, la presenza dei genitori. Ciò che rende sana una famiglia non è la sua composizione, ma il modo in cui i suoi membri si prendono cura l’uno dell’altro.

 

In un mondo e in un Paese in continua progressione, dove sempre più persone comprendono l’importanza della diversità, questa legge appare come una zavorra che rallenta il progresso. Tuttavia, la ricerca scientifica conferma che i bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali non soffrono di alcun deficit rispetto a quelli cresciuti in famiglie etero. 

 

Uno studio condotto dall’Università di Melbourne, ha esaminato 300 famiglie con genitori dello stesso sesso, concludendo che i bambini di queste famiglie non solo hanno livelli di salute mentale e autostima comparabili a quelli dei loro coetanei cresciuti in famiglie tradizionali, ma in alcuni casi persino superiori [2]. 

 

Il fattore chiave per il benessere dei bambini è la qualità delle relazioni all’interno della famiglia. Gli studi indicano che una distribuzione più equa delle responsabilità domestiche, tipica delle famiglie omogenitoriali, può portare a una maggiore armonia familiare e a un migliore equilibrio tra i membri della coppia, con un impatto positivo sui figli [3].

 

Per quanto riguarda la GPA in sé, è spesso vista come pratica controversa e le principali tesi contrarie all’adopero di questa pratica, sono di natura etica, basate sulla paura dello sfruttamento delle donne, sulla mercificazione dei corpi femminili. Tuttavia, in contesti regolamentati, come il Canada e il Regno Unito, le preoccupazioni di sfruttamento sono drasticamente ridotte grazie a norme che tutelano le parti coinvolte

 

Inoltre, contestare su questo piano la GPA significa, di fatto, negare alla donna il diritto di autodeterminarsi e decidere liberamente cosa fare del proprio corpo. Anche questo riflette la solita tendenza, coerente con le politiche del governo, che promuove una visione limitata della libertà individuale specialmente per le donne. 

 

Quando una donna decide di partecipare alla GPA, in un contesto regolamentato e informato, esercita un diritto che le appartiene, in linea con l’idea di autodeterminazione corporea. Impedire questa scelta, significa trattare le donne come incapaci di prendere decisioni consapevoli. Sulla stessa lunghezza d’onda dell’obiezione di coscienza sull’aborto, ostacolano l’accesso a procedure sicure e legali. 

 

L’imposizione di un modello unico di femminilità e maternità priva le donne della possibilità di scegliere liberamente se e come diventare madri, e rappresenta un attacco diretto alla loro libertà personale. La criminalizzazione della GPA fa parte di una più ampia agenda politica che tenta di mantenere un controllo patriarcale sui corpi delle donne

 

La stessa logica repressiva è evidente in diverse iniziative del governo, come il sostegno alle politiche che riducono i diritti riproduttivi e l’opposizione al riconoscimento legale delle famiglie omogenitoriali. Contrastare la GPA con la scusa di proteggere le donne sottende la volontà di controllare il loro ruolo sociale e riproduttivo, limitandone la libertà di autodeterminazione. Una scelta ideologica che ignora la realtà contemporanea e la pluralità di scelte di vita, sia delle donne che delle famiglie.

 

E così, mentre il governo Meloni si accanisce contro la GPA e altre pratiche che mettono in discussione la tanto decantata famiglia tradizionale, ignora deliberatamente problemi ben più urgenti, come la crescente povertà, la disoccupazione giovanile, il divario salariale di genere, la mancanza di supporto per le famiglie, il calo delle nascite… sconcertante da parte di chi, all’opposizione, criticava l’eccessiva attenzione verso questioni come queste considerate di secondaria importanza. Ma è ormai chiaro che l’ossessione per la famiglia tradizionale serve solo a nascondere l’incapacità di affrontare i veri problemi del Paese.

 

Le famiglie moderne si presentano in molteplici forme e criminalizzare la GPA significa negare questa realtà, impedendo a molte persone di avere una famiglia e relegando l’Italia a un livello di arretratezza giuridica e sociale inaccettabile. Il governo può cercare di imporre un modello di famiglia retrogrado, ma non potrà fermare l’evoluzione della società. 

 

La scienza è chiara: ciò che conta è l’amore e la cura, non la composizione della famiglia e su questo non c’è legge liberticida che tenga.

 

[1] https://www.apa.org/pi/lgbt/resources/parenting 

[2] https://www.christiantoday.com.au/news/wellbeing-of-children-with-same-sex-parents-no-different-study-claims.html 

[3] https://en.wikipedia.org/wiki/Same-sex_parenting 

 

(foto da ilLibraio)

 

 


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