Il seguente articolo fa parte di una serie di analisi sullo ius soli. Qui di seguito, proponiamo un'analisi sulle problematiche dell'adozione dello ius solipuro. Prossimamente, discuteremo il disegno di legge sullo ius solitemperato.
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Il tema dello ius soli appare ben più complesso di come ci viene presentato dai media nazionali. Non è una questione di essere pro o contro lo ius soli, di essere sovranisti o per i "confini aperti", ma di capire le conseguenze sociali e legali in relazione allo ius sanguinis, se questo provvedimento fosse applicato in Italia.
Se pensiamo allo ius soli "puro" ci vengono subito in mente gli Stati Uniti. La decisione di adottare lo ius soli sembra essere la più logica per un paese come gli Stati Uniti, fondato da immigrati provenienti da tutte le latitudini. La cittadinanza americana è infatti esclusivamente legata alla terra. È un paese che non mantiene il legame con la storia, ma soltanto e principalmente con il territorio.
Infatti, un cittadino americano che vive all'estero potrà trasmettere la cittadinanza ai propri figli nati in un altro paese, soltanto se ha risieduto negli Stati Uniti prima dellaloro nascita, per il periodo richiesto dalla legge. Pertanto, se un cittadino americano nato fuori dal territorio statunitense, che non ha mai risieduto negli Stati Uniti, non potrà trasmettere la cittadinanza ai propri figli. Possiamo quindi dire che anche lo ius sanguinis negli Stati Uniti è legato fondamentalmente al territorio. Cosa ben diversa accade invece in Italia.
L'Italia lega la propria cittadinanza alla storia e alle radici di un popolo. Ciò ha permesso, per esempio, a migliaia di persone di origine italiana in Argentina di ottenere la cittadinanza. Questi sono italiani che, anche se non conoscono bene la lingua e non hanno trascorso lunghi periodi in Italia, si sentono di appartenere alla storia e alla cultura italiana. Tra l'altro, è da notare che il numero di discendenti italiani all'estero sembra essere in crescita, dato l'aumento negli ultimi anni dell'emigrazione italiana.
La domanda pertanto è: se in Italia fosse adottato lo ius soli che fine farebbe lo ius sanguinis? Verrebbe modificato? Oppure pensiamo che l'Italia possa permettersi di applicare uno ius soli"puro", come alcuni suggeriscono, e al contempo mantenere inalterato lo ius sanguinis?
È vero che un bambino nato e cresciuto in Italia da genitori stranieri è culturalmente italiano. Ma se fosse applicato lo "ius soli" puro, potremmo avere delle situazioni paradossali in relazione allo ius sanguinis. Se, mettiamo il caso, un figlio di genitori cinesi nasce in Italia e all'età di tre anni torna in Cina, perché il padre ha trovato un lavoro a Shanghai, questo bambino sarebbe italiano e avrebbe il diritto di trasmettere la cittadinanza italiana ai propri discendenti, senza avere alcun legame culturale o emotivo con l'Italia.
La soluzione quindi potrebbe sembrare quella di modificare lo ius sanguinis, ma sarebbe un grande torto a tutti gli italiani all'estero, che rappresentano il vero soft power dell'Italia nel mondo. Se l'Italia ha un forte potere di seduzione all'estero tramite la cultura, la cucina, la moda, ecc., è anche e soprattutto grazie ai milioni di italiani nel mondo e ai loro discendenti.
Il dibattito sullo ius soli rimane pertanto complesso nella sua natura, soprattutto perché implica un'analisi sull'identità italiana.
Per poter parlare di ius soli "puro" dobbiamo tenere sì conto di un'Italia in mutamento, in una continua ridefinizione della propria identità, ma anche della necessità di mantenere al contempo le tradizioni storiche e culturali dell'Italia, che il ius sanguinis permette di trasmettere ai discendenti italiani in qualsiasi parte del mondo essi siano.
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