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24/12/24 ore

Riforma penitenziaria, il Governo Gentiloni può (se vuole)



A leggere la delega, il parere della Commissione parlamentare, previsto dall'iter legislativo in seconda lettura, non è vincolante. Per cui, trascorso il termine di dieci giorni stabilito dalla legge, la riforma dell'ordinamento penitenziario, nella parte relativa alle pene alternative al carcere, può avere ugualmente il via libera dal Consiglio dei ministri.

 

Così facendo, l'esecutivo uscente e in carica per gli affari correnti darebbe un contributo alla “tenuta dello stato di diritto”, riscattandosi anche “di fronte a un atto di viltà – come dice Aldo Masullo – per non aver voluto approvare il decreto prima del voto. Una viltà che poi non ha dato i frutti sperati, visti i risultati elettorali”.

 

Il tema è stato oggetto di una conferenza stampa dall'Unione delle Camere Penali italiane, indetta per spiegare le ragioni della nuova mobilitazione contro il blocco del percorso di approvazione della riforma penitenziaria.

 

L'iniziativa è prevista per i prossimi 2 e 3 maggio, giorni in cui gli avvocati si asterranno dalle udienze. Salvo buone nuove. “La speranza – infatti – è l'ultima a morire". Vanno solo "rimosse le ragioni squisitamente politiche – non di merito" - che hanno indotto all'ostruzionismo alla Camera dei deputati.

 

Diversamente da quanto molti erroneamente siano indotti a credere, le misure in oggetto non abbassano la soglia di sicurezza. Non si tratta di uno "svuota carceri". Anzi, la concessione di pene alternative bisognerà meritarsela, perché sarà personalizzata. Quindi più efficacie perché ritagliata sulla persona.

 

Nel decreto - come sottolineato ancora una volta nella conferenza stampa - c'è un arricchimento di misure alternative, che comprende - tuttavia - anche obblighi in più per chi vi accede, con la previsione di forme migliori di controllo. Con le nuove norme "cambia molto la vita penitenziaria: cambiano le regole interne, il modo in cui si viene ammessi ai permessi. Cambia l'assistenza sanitaria... Cambia anche molto dal punto di vista dei trattamenti inumani e degradanti. Cambiano, insomma, tutte quelle cose che migliorano la qualità della cultura dell'esecuzione della pena."

 

La delega complessiva scade a fine luglio. Ma restano ancora da approvare - anche in prima lettura - le parti riguardanti il lavoro in carcere, la giustizia riparativa, l'affettivita (elemento importantissimo per il recupero del detenuto), la giustizia minorile.

 

Il cammino è quindi solo all'inizio. “Bisogna recuperare la volontà politica, e va recuperata con una corretta informazione e la rieducazione dell'opinione pubblica” su un tema - carcere e sicurezza – a proposito del quale demagogia e populismo hanno molta presa. Non è facile, visto anche lo stato del sistema informativo. Ma nemmeno impossibile.

 

- Ucpi, le ragioni di una protesta - conferenza stampa (VIDEO da radioradicale.it)

 

 


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