Prima Venezia, poi Catania e, dulcis in fundo, Matera: sono queste le città i cui tribunali annullano la decisione del Tar di Brescia, secondo cui i pazienti in trattamento con il metodo basato sull'infusione di cellule staminali messo a punto dai ricercatori della Stamina Foundation non avrebbero potuto proseguire le cure.
Dopo la sentenza emessa dal giudice del lavoro del capoluogo lucano, Roberto Spagnuolo, anche Daniele Tortorelli, così come le piccole Celeste e Smeralda, potrà riprendere ad essere curato con l'innovativo metodo Stamina.
Daniele ha cinque anni e mezzo e deve fare i conti con la malattia di Niemann-Pick, una patologia ereditaria che, a seconda della forma in cui si manifesta, può portare a gravi danni neurologici, al fegato, alla milza, all'apparato respiratorio e a quello cardiovascolare. Prima che, lo scorso 5 settembre, il Tar di Brescia disponesse l'interruzione delle infusioni di cellule staminali cui era sottoposto da qualche tempo. Dopo le prime somministrazioni il piccolo aveva dato segnali di miglioramento.
Proprio alla luce di questi benefici i legali della famiglia Tortorelli hanno presentato ricorso contro la decisione del Tar lombardo. Oggi il nonno di Daniele, Vito Tortorelli, definisce la decisione del giudice materano “una sentenza che fa giustizia”.
L'assessore lucano alla sanità, Attilio Martorano, ha commentato la sentenza sottolineando che “al di là delle discussioni di natura deontologica e scientifica sull'opportunità di somministrare o meno cure sperimentali come quelle che interessano il piccolo Daniele non bisogna perdere di vista che il diritto alla salute va tutelato e garantito in tutte le forme e per ogni cittadino. Il diritto alla salute è imperativo, imprescindibile e inalienabile”.
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