Quella di Mugabe ambasciatore di buona volontà dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per le malattie croniche non trasmissibili e cardiache rientrava tra le nomine degne di ONU, che già ci aveva abituato a scelte bizzarre, tipo quella della presidenza del Consiglio per i diritti umani al rappresentante dell'Arabia Saudita. Questa volta, però, il senso del pudore ha prevalso.
Il direttore generale dell'Oms Tedros Ghebreyesus è tornato infatti sui suoi passi, revocando l'incarico al 93enne presidente dello Zimbawe, in seguito alle opposizioni e alle polemiche seguite all'annuncio dell'incarico il 20 ottobre.
“Ho ascoltato attentamente tutti coloro che hanno espresso le loro preoccupazioni - fa sapere Ghebreyesus in una nota - e ho ascoltato le diverse questioni che hanno sollevato. Ho anche consultato con il governo dello Zimbabwe e abbiamo concluso che questa decisione è nel migliore interesse dell'OMS''.
Per me – ha aggiunto - ciò che è importante è costruire la leadership politica e creare unità intorno all'obiettivo di portare la salute a tutti, basandosi sui valori fondamentali dell'OMS". "Rimango fermamente impegnato - ha concluso - a lavorare con tutti i paesi e i loro dirigenti per assicurare che ognuno abbia accesso all'assistenza sanitaria di cui ha bisogno. Dobbiamo costruire ponti che ci riuniscono e ci aiutano a progredire nella nostra ricerca per ottenere una copertura sanitaria universale. Ringrazio tutti coloro che hanno espresso le loro preoccupazioni e hanno condiviso i loro pensieri".
Mugabe è presidente dello Zimbabwe dal 1987 ed è stato spesso accusato di violazione dei diritti umani. Nel Paese c’è un medico ogni centomila abitanti. E lo stesso presidente è corso di recente all'estero per curarsi.
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