Ronald Bert Smith, 45 anni, bianco, è stato giustiziato. L’esecuzione è durata molto più del previsto, 34 minuti, e secondo i giornalisti presenti, che in passato avevano presenziato a diverse altre esecuzioni, ha presentato alcuni aspetti “mai visti prima”. Smith è stato dichiarato morto da un medico dopo 34 minuti dall’immissione in vena della prima dose di sedativo.
Per 13 minuti Smith ha avuto conati e colpi di tosse. Un capitano degli agenti penitenziari gli ha somministrato due volte quello che nel protocollo di esecuzione viene definito “verifica dello stato di coscienza” e che consiste nel chiamare il nome del detenuto, toccargli le sopracciglia e pizzicare sotto il braccio sinistro. Dopo il primo test Smith ha continuato a muoversi e tossire, dopo il secondo Smith sembra aver mosso il braccio e la mano destra.
In alcuni momenti dell’esecuzione, sempre secondo i giornalisti presenti, gli occhi di Smith sono sembrati leggermente aperti. Paradossalmente Smith negli ultimi mesi aveva fatto tutta una serie di ricorsi proprio contro il metodo di esecuzione, che secondo lui e i suoi avvocati non dava garanzie di un livello di sedazione sufficiente.
L’esecuzione è avvenuta con alcune ore di ritardo rispetto all’orario previsto per attendere l’esito dell’ultimo ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che però ha votato 4-4. La Corte meno di un mese fa, il 4 novembre, aveva invece concesso un rinvio dopo un ricorso simile, quello di Thomas Arthur. Anche in quel caso il voto fu 4-4, ma il presidente della Corte esercitò il suo diritto di far valere doppio il suo voto, cosa che non ha fatto nel caso di Smith.
Smith contestava anche il fatto che nel 1995 la giuria popolare aveva votato 7-5 a favore di una condanna all’ergastolo senza condizionale, voto ribaltato il 6 ottobre 1995 dal giudice che decise invece per una condanna morte.
Recentemente (gennaio 2016) la Corte Suprema degli Stati Uniti, con la sentenza Hurst v. Florida, ha dichiarato incostituzionale la legge della Florida che dava al giudice il potere di disattendere il voto della giuria popolare. L’Alabama non ritiene che l’incostituzionalità della legge della Florida possa essere applicata automaticamente anche alla propria, ed ha respinto i ricorsi di Smith in questo senso. Anche in questo secondo tipo di ricorso la Corte Suprema degli Stati Uniti è entrata in stallo votando 4-4, con il Presidente che però non ha esercitato il suo diritto di far valere doppio il proprio voto.
Smith era accusato, ed aveva confessato, di aver ucciso l’8 novembre 1994, il commesso di un negozio, Casey Wilson, durante un tentativo di rapina.
Smith diventa il 2° giustiziato di quest’anno in Alabama, il 58° da quando l’Alabama ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 20° dell’anno negli Usa, e il n° 1442 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977. Quella di Smith è l’ultima esecuzione del 2016 negli Usa. L’anno scorso le esecuzioni furono 28. (Nessuno Tocchi Caino – News)
(Fonti: al.com, Montgomery Advertiser & Rick Halperin)
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