Punto di congiunzione di tre continenti, Europa, Africa e Asia, Israele costituisce la terra di passaggio per centinaia di milioni di uccelli migratori che, volando da un continente all’altro in cerca di condizioni climatiche e alimentari più favorevoli a seconda della stagione, si fermano per trovare rifugio e ristoro. Lo Stato di Israele è sempre stato rispettoso di ogni forma di vita e in questo quadro rientra sia il totale divieto di caccia sia l’istituzione dell’”Israeli Wildlife Hospital” specializzato nella cura di qualunque tipo di animale selvatico.
Fondato in cooperazione con il Centro Zoologico di Tel Aviv, con il Safari di Ramat Gan e l’Autorità per la protezione della Natura e dei Parchi, l’ospedale non si adopera soltanto per fornire le migliori cure, ma segue i propri speciali pazienti fino al totale reinserimento nel loro habitat naturale e collabora con varie istituzioni per prevenire l’estinzione della vita selvatica sia all’interno del Paese sia nel mondo intero.
In questa ottica è nata un paio di mesi fa la prima banca del sangue al mondo per gli uccelli migratori. Alcuni di loro, infatti, arrivano in Israele feriti o esausti dai lunghi viaggi dopo aver volato per migliaia di chilometri, bisognosi di cure mediche e perfino di interventi chirurgici. Come gli esseri umani, hanno gruppi sanguigni diversi e i veterinari israeliani ritengono che un database sia molto utile per le trasfusioni. Poiché di difficile pratica, a causa del veloce metabolismo dei volatili, negli Stati Uniti stanno sperimentando alcune tecniche artificiali (prelievo e modifica da gallinacei, aggiunta di elementi per migliorarne la conservazione, e così via).
Il progetto di Ramat Gan è quindi molto innovativo e più naturale. Il dott. Elad Smit che lo ha realizzato ha dichiarato ad un giornalista di Yediot Aharonot, il quotidiano più diffuso in Israele che hanno raccolto finora 16 campioni e stanno pensando di prelevarne uno da ogni paziente per poter aiutare l’esemplare che arriverà successivamente. La banca, specializzata in particolare per i predatori, ha già fornito aiuto ad un avvoltoio che, grazie alle cure, è stato in grado di tornare volare libero in poco tempo.
“Sappiamo che la strada è lunga e c’è ancora molto da fare, ma questo è un importante passo avanti nella cura degli uccelli selvatici. – ha aggiunto il dott. Yigal Horowitz, direttore del nosocomio - Siamo orgogliosi di essere il primo ospedale nel mondo ad aver avviato una simile iniziativa”.
L’ospedale è aperto sette giorni su sette dalle 7,00 del mattino, nei feriali fino alle 17, di sabato e nei giorni delle Festività ebraiche fino alle 13,00 e ospita circa 2500 esemplari l’anno.
Il numero di emergenza è disponibile 24 ore su 24 e sul sito web si possono trovare, sia in inglese che in ebraico, molti consigli su come comportarsi in caso di ritrovamento di un animale ferito in modo tale da ridurre al minimo le sue sofferenze e il rischio che non sopravviva.
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