Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

16/11/24 ore

Fecondazione, la Corte Costituzionale non decide. Radicali: ritardo legato alla fiducia al Governo?



"Oggi un nuovo deposito in Corte Costituzionale di importanti decisioni, ma non c’è la decisione sulla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita – hanno dichiarato Marco Pannella e Rita Bernardini, rispettivamente Presidente del Senato del Partito Radicale e Segretario di Radicali Italiani -. Come mai i giudici della Corte Costituzionale ancora non si sono pronunciati sui dubbi di legittimità costituzionale sollevati dal Tribunale di Roma in merito al divieto di accesso per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche alle tecniche di fecondazione assistita, come previsto dalla legge 40 del 2004?

 

Certo, per legge hanno un anno di tempo dall’arrivo del caso alla Consulta per emettere la sentenza – la scadenza dunque è prevista per il 14 maggio -, il rinvio potrebbe avere ragioni tecniche, con una Corte sottodimensionata (13 giudici invece che 15) e altre decisioni importanti in agenda, come quella sulla legge elettorale europea (incostituzionalità della soglia del 4%).

 

Tuttavia ci potrebbero essere giochi di palazzo dietro questo ritardo: barricate clericali in trincea per far valere principi ideologici oppure il tentativo di non mettere in imbarazzo un Governo e un Parlamento indifferenti fino ad ora alle libertà civili e al diritto alla salute dei cittadini. Forse siamo dinanzi ad una attesa strategica: attendere che il Governo finisca di porre la fiducia sulla nuova legge elettorale in un Parlamento in bilico.

 

Proprio questo Governo non si è costituito dinanzi la Corte Costituzionale tramite l’avvocatura di Stato su questo divieto condannato già dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel 2012 per violazione dell’art. 8 della Carta EDU.

 

Sarebbe inopportuno che la Corte, forse con una sentenza già scritta, attendesse a renderla nota in un rapporto di dipendenza con i lavori parlamentari. Sicuramente la Corte Costituzionale ha un rapporto di relazione con gli altri tre poteri, se pensiamo alle conseguenze di una dichiarazione di illegittimità di una legge dello Stato - pensiamo ad esempio alla dichiarazione d’incostituzionalità della legge elettorale italiana, all’abrogazione di parti della Fini/Giovanardi, ma anche alla cancellazione del divieto di eterologa della legge 40 meno di un anno fa -.

 

Tuttavia ciò è ben diverso dal procrastinare la pubblicazione di una decisione per non scomodare gli equilibri di potere.

 

Ci sono delle famiglie che aspettano, che hanno chiesto a questi giudici di far rispettare il principio di uguaglianza per l’accesso a tecniche mediche per garanzia di salute".

 

 


Aggiungi commento