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16/11/24 ore

Uganda, firmata la legge anti-gay: ergastolo per gli "omosessuali recidivi"



“Disgustose”. Così considera le persone gay il presidente ugandese Yoweri Museveni, che ieri ha firmato una legge altamente repressiva che criminalizza l'omosessualità fino a prevedere l'ergastolo per chi sarà considerato 'colpevole' per il suo orientamento sessuale.

 

“Che tipo di persone sono? – ha dichiarato Museveni in un'intervista alla Cnn – Non ho mai saputo cosa fanno, ma mi è stato detto di recente che quello che fanno è terribile. Ma ero pronto anche a ignorare se ci fosse stata la prova scientifica che si è così dalla nascita, anormali per problemi genetici. Ma ora la prova non c'é”.

 

E, dunque, visto che essere gay è “innaturale” e non può essere considerato un “diritto umano”, con il nuovo provvedimento gli omosessuali ugandesi verranno puniti con il carcere: 14 anni se si è condannati per la prima volta, l'ergastolo invece per i recidivi, accusati di “omosessualità aggravata”.

 

Niente pena di morte, come inizialmente prevedeva la norma per i casi ritenuti più 'gravi', grazie alle pressioni della comunità internazionale. Quell' occidente “arrogante e disattento”, spiega Museveni, “venuto nelle nostre scuole per reclutare i bambini all'omosessualità”. Quello stesso occidente che oggi è chiamato a difendere i diritti – e la vita – della comunità LGBTI ugandese, seriamente minacciati dall'azione del governo.

 

“Questo è un giorno tragico per l'Uganda e per tutti coloro che credono nella causa dei diritti dell'uomo – ha affermato il segretario di Stato Usa, John Kerry – Gli Stati Uniti sono profondamente rammaricati” per l'approvazione di una legislazione “non solo moralmente sbagliata, ma in grado di complicare le relazioni” tra gli Usa e il Paese africano.

 

Anche l'Italia fa sentire la sua voce, sollecitando per bocca dell'Associazione radicali Certi Diritti, la nuova ministra Mogherini a “prendere immediatamente posizione contro questa legge (…) che mette in grave pericolo l'incolumità di molte persone Lgtbi e a repentaglio l'attività delle stesse Ong che si occupano di diritti umani in Uganda”.

 

Al governo italiano il segretario dell'associazione, Yuri Guaiana chiede di “riconoscere il diritto di asilo ai richiedenti Lgbti ugandesi e di inviare all'ambasciata italiana in Uganda una comunicazione formale che autorizza il rilascio dei visti a ogni richiedente Lgtbi ugandese che si senta in pericolo”.

 

L'Italia, inoltre, continua Guaiana, “dovrebbe spingere i partner europei a rivedere gli aiuti elargiti a favore dell'Uganda e a congelare i fondi diretti alle associazioni sostenitrici della legge”. E l'Olanda, in seguito alla promulgazione della legge, ha già deciso di sospendere alcuni aiuti all'Uganda, come i sette milioni di euro destinati al rafforzamento del sistema giudiziario: se quest'ultimo, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri olandese, “deve applicare questo genere di legge, noi non vogliamo collaborarci”.


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