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17/11/24 ore

Guantanamo, il rapper Mos Def contro l'alimentazione forzata


  • Livio Rotondo

Il cantante hip hop Yassin Bey, conosciuto con il nome d’arte Mos Def, ha accettato di farsi riprendere in un video girato da un’organizzazione no profit mentre subisce la pratica dell’alimentazione forzata, la stessa imposta ai prigionieri di Guantanamo che hanno iniziato lo sciopero della fame nel marzo scorso per protestare contro le ingiustificati e degradanti condizioni di detenzione.

 

Nel video, diffuso dal Guardian, si vede il cantante in tuta arancione (come un vero prigioniero), ammanettato alle caviglie e immobilizzato per i polsi con dei lacci ad una sedia simile a quella usata dai dentisti, mentre si dibatte tra le lacrime a causa del sondino, che penetrato dal naso, sta scendendo fino alla gola.

 

Quando i “finti” esecutori vogliono ripetere il trattamento, Yassin Bey li implora di fermarsi e l'agonia viene interrotta. Non è così invece per i 44 prigionieri nell'isola cubana che, due volte al giorno, subiscono l’alimentazione contro la loro volontà, di acqua e liquidi nutritivi; inoltre, terminata la procedura sono costretti a rimanere due ore sulla sedia, in attesa di digerire il tutto.

 

L’amministrazione Obama si è affrettata a ribadire, in un documento pubblicato nel marzo 2013, che tutti i metodi utilizzati a Guantanamo sono in linea con i protocolli ufficiali di assistenza ai detenuti mentre la Croce Rossa Internazionale e l’Associazione Medica Mondiale hanno fatto notare che per i detenuti considerati sani di mente dovrebbe essere riconosciuto il diritto di fare sciopero della fame.

 

Le immagini, che stanno circolando in queste ore in rete, hanno posto all’attenzione dell’opinione pubblica il dubbio che tale pratica possa essere considerata alla stessa stregua di una tecnica di tortura, come la pratica del water boarding (che riproduce la sensazione di annegamento, utilizzata durante gli interrogatori dall’esercito statunitense).

 

Scopo ulteriore del video è chiaramente quello di riportare nuovamente lo sguardo del mondo sullo “strano caso” della prigione di Guantanamo che, secondo le numerose promesse elettorali di Obama, avrebbe dovuto essere chiusa da tempo, tanto più che la maggior parte dei detenuti non è mai stata processati davanti un tribunale.


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