La Corte d’Appello del 1° Distretto ha respinto all’unanimità il ricorso dell' Amministrazione Penitenziaria californiana contro la sentenza del 16 dicembre 2011 emessa dal giudice Faye D’Opal della Marin County Superior Court.
Il giudice D’Opal aveva bocciato il nuovo protocollo di iniezione letale presentato dall’Amministrazione Penitenziaria per una lunga serie di inadempienze, e perché non era stata presa adeguatamente in considerazione l’opzione dell’utilizzo di un singolo farmaco, come avviene in alcuni altri stati.
Inoltre non sono state tenute in dovuta considerazione le procedure previste dalla legge per le modifiche di procedure ufficiali. In California le esecuzioni sono già sospese dal 2006 per una serie di ricorsi pendenti davanti al giudice federale Jeremy Fogel sempre sul tema del protocollo dell’iniezione letale.
La sentenza odierna non è una sorpresa: il 20 dicembre 2012 la neo-eletta giudice capo della Corte Suprema della California, Tani Cantil, in un' intervista aveva dichiarato di non prevedere nessuna esecuzione per almeno altri 3 anni, visto il complesso contenzioso legale pendente sul tema del protocollo di esecuzione.
Effettivamente, la stessa Amministrazione Penitenziaria ha in diverse occasioni espresso dubbi sull’utilità di adottare il protocollo con un singolo farmaco, sia perché in tal caso i detenuti del braccio della morte avrebbero modo di incardinare una nuova serie di ricorsi, sia perché è nota la difficoltà degli ultimi mesi per tutte le Amministrazioni Penitenziarie di reperire i farmaci necessari, qualunque essi siano, viste le resistenze delle multinazionali produttrici che non desiderano subire tanta pubblicità negativa in cambio di un fatturato di poche migliaia di dollari.
Un portavoce dell’Amministrazione penitenziaria ha detto che manca ancora una strategia ufficiale per i passi successivi. In teoria potrebbe essere avanzato un ulteriore ricorso, stavolta davanti alla Corte Suprema di stato, ma l’Amministrazione Penitenziaria dipende in linea gerarchica dal Governatore Brown, che al recente referendum contro la pena di morte aveva votato a favore dell’abolizione. Attualmente i detenuti nel braccio della morte di San Quintini sono 725. (fonte Nessuno tocchi Caino)
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