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15/11/24 ore

Carcere fuorilegge, Angelo Rizzoli: quel brutto caso di un detenuto noto



Talvolta si ha davvero la sensazione che le ripetute denunce sulla condizione fuorilegge in cui versa il sistema carcerario italiano non suscitino il minimo interesse nell’opinione pubblica. E allora c’è bisogno del caso vip per scuotere le coscienze o quanto meno far sì che il grande pubblico si soffermi almeno per un po’ sul problema.

 

Così la vicenda di Angelo Rizzoli è rimbalzata in queste ore sui giornali. Rizzoli, in carcerazione preventiva a Rebibbia per bancarotta fraudolenta, si trova in un'énclave del carcere romano all'interno dell'ospedale Sandro Pertini, nel reparto dove è morto Stefano Cucchi. Avrebbe bisogno di quelle cure riabilitative, perché malato di sclerosi multipla e non solo, che la struttura ospitante non è in grado di offrirgli.

 

L’ex editore e produttore, intervistato da Repubblica grazie alla mediazione del Garante dei detenuti, ha raccontato lo stato delle cose in attesa che i giudici, dopo il no ai domiciliari pronunciato lo scorso 8 marzo, decidano – con molta calma – il suo destino.

 

Un destino comune a tanti altri illustri sconosciuti di cui danno spesso conto solo i Radicali o poche altre associazioni come A buon diritto di Luigi Manconi.

 

“Sono ormai innumerevoli – denuncia l’ex onorevole Rita Bernardini - le segnalazioni di casi disperati di detenuti che non vengono curati". Fra queste Bernardini segnala “tre casi emblematici che non hanno trovato e non trovano risposta pur essendo stati segnalati da tempo all’Amministrazione penitenziaria”:

 

1) Nel famigerato carcere di Vicenza, Carmine Multari si trova in condizioni così gravi che il suo avvocato Paolo Mele ha chiesto provocatoriamente di essere carcerato al suo posto. Il detenuto ha una seria forma di neoplasia alla lingua e da una settimana non riesce più a nutrirsi oltre a provare dolori lancinanti all’orecchio, alla testa, al collo. In un mese è dimagrito 12 chili.

 

2) Un detenuto nel carcere di Paola, per il quale dall’inizio dell’anno è stato disposto il trasferimento in un centro diagnostico e terapeutico senza che nulla sia avvenuto. L’uomo, quasi cinquantenne, è stata operato al cuore nel luglio scorso ed è dimagrito di 40 chili. La madre settantunenne, malata e pensionata al minimo, non lo vede dal periodo dell’intervento chirurgico perché non è nelle condizioni di spostarsi da Roma a Paola (CS).

 

3) Un ragazzo detenuto a Rebibbia che ieri sera ha tentato il suicidio ed è stato salvato dai compagni di cella. S.F. è affetto da disturbo bipolare. Si trova a Rebibbia G11 e nella sua cella non molto tempo fa è morto di infarto un altro detenuto, Antonio S.”


(A.M.)


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