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24/11/24 ore

Inferno, lo show della NoGravity torna al Teatro Olimpico. Direzione artistica di Emiliano Pellisari



In occasione delle celebrazioni dantesche per i 700 anni, danzatori, atleti e acrobati sfidano la gravità ed immagini straordinarie appaiono dal buio, un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte dalle immagini più forti dantesche.

 

Un inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte, crudelmente caravaggesco. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e l’illusione si coniugano con la danza, l’atletica circense e la mimica.

 

Dal 17 al 20 marzo al Teatro Olimpico di Roma (ore 21)

 

 

VIDEO 

 

 

  

INFERNO

ILLUSION & SCULPTURE DANCE

Illusion dance, sculpture dance, physical theatre.

 

 

Lo spettacolo Inferno 2021 è la scena senza scenografie, dove non ci sono né attori, né danzatori, né mimi ma agiscono solo delle supermarionette. I danzatori eseguono movimenti secondo una grammatica coreografica, sono utilizzati per le loro capacità atletiche, il loro talento musicale, la bellezza del gesto.

 

In questo Inferno nuova edizione 2021 il corpo umano è guidato dalla forza cinetica del volo aereo, fasciato da tessuti bagnati, bendato da corde e stracci, appeso in aria. Non sono corpi umani ma marionette che agiscono nello spazio creando disegni e simmetrie come mattoni incastonati su una parete, sono tasselli di un mosaico che produce armonie e disarmonie secondo il volere dispotico del direttore di scena.

 

Danzatori, atleti e acrobati sfidano la gravità ed immagini straordinarie appaiono dal buio, un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte dalle immagini più forti dantesche.

 

Un inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte, crudelmente caravaggesco. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e l’illusione si coniugano con la danza, l’atletica circense e la mimica.

 

La musica contemporanea di Scelsi, l’elettronica di Terry Ryley e le sonorità world ricreano atmosfere ultramondane dove l’energia e il ritmo incalzante si intervallano con la calma e la meditazione dei momenti poetici.

 

Inferno 2021 è la realizzazione del sogno di Gordon Craig.

 

 

Ogni cosa scaturisce dal movimento.

Il movimento della forma umana.

Lo strumento attraverso il quale rendere la bellezza.

 

Gordon Craig

 

Con

NOGRAVITY Dance Company

Direzione: Emiliano Pellisari

Coreografia: Emiliano Pellisari & Mariana/P

Danzatori: Mariana/P (prima ballerina), Eva Campanaro, Francesco Saverio Cifaldi, Giada Inserra, Leila Ghiabbi, Luca Forgone

Scene, Costumi, Allestimenti, Light Design: Emiliano Pellisari

Music design: Mariana/P

Scenografia e direzione tecnica: Marco Visone

 

 

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INFERNO 

Note e Storia

 

In 15 anni la critica ha tentato di interpretare lo spettacolo INFERNO. Non è danza, nel senso che non appartiene alla storia della danza, non è prosa, non è physical theatre, cos’è? Il marketing imponeva la strada da percorrere....i critici hanno imposto la scatola in cui essere contenuti. Non si sfugge, pero’ si puo’, a 15 anni dalla prima opera demonica dal tema ultramondano, voler offrire e svelare gli studi e le sperimentazioni che portarono al compimento dell’opera e alla creazione di uno stile unico nel suo genere. 

 

In questa nuova edizione si vuole portare alle estreme conseguenze le scelte registiche, sceniche e coreografiche che hanno portato alla creazione dello spazio scenico e alla tecnica coreografica Nogravity. 

 

Inferno 2021 é uno spazio teatrale dove si annulla la fisica della realtà e appare come un esperimento teatrale sognato ad occhi aperti. 

 


 

COREOGRAFIA 

 

Nella decennale collaborazione tra Emiliano Pellisari e Mariana/P, il ruolo del danzatore si è evoluto fino a produrre una complessa azione scenica. I danzatori non danzano propriamente ma eseguono movimenti in scena secondo una grammatica coreografica che non ha nulla a che vedere con il mondo e la storia della danza: né classica né contemporanea.

 

I danzatori sono le super-marionette di Craig: sono attori che creano lo spazio in cui agiscono: non c’è una scenografia né una parola che possano indicarti chi sono, cosa sono, dove sono. Loro stessi costruiscono il mondo che animano.

 

In questa nuova edizione dell’Inferno Pellisari e Mariana/P si sono abbandonati al puro piacere dell’arte coreografica scatenando l’immaginazione sul corpo umano che è violentato dalla forza cinetica, fasciato da tessuti bagnati, bendato da corde e stracci, schiacciato a terra e contemporaneamente appeso in aria. Anche quando pesta i piedi a terra e striscia come un verme sul palco.... comunque vola! 

 

SUPER-MARIONETTE 

 

In questo spettacolo, per la prima volta, la tecnica coreografica illusionistica della nogravity è completamente svelata e nello stesso tempo libera di esprimersi senza vincoli scenici. Pellisari ha creato uno spazio scenico aperto dove il corpo di Mariana/P può agire in tutte le dimensioni in una esplosione di fantasia e potenza. Ma cio’ che appare come pura forza in verità nasconde una tecnica coreografica che impone un autocontrollo del corpo umano. Le azioni apparentemente casuali in verità sono geometricamente perfette.

 

Il fine della tecnica nogravity è di creare sempre una composizione dei corpi armoniosa e regolare, anche se assimmetrica comunque esteticamente sempre perfetta. Mariana/P non conduce in scena dei danzatori ma marionette che agiscono nello spazio creando disegni e simmetrie come mattoni incastonati su una parete, sono tasselli di un mosaico che produce armonie e disarmonie. La scena di Pellisari è senza scenografie, è la scena dove non ci sono ne attori, ne danzatori, ne mimi... agiscono solo delle supermarionette... forse è la realizzazione del sogno di Gordon Craig. 

 

LUCI E VISIONI 

 

Dal collaborazione di lunghi anni tra Pellisari e Marco Visone ha trasformato la messa in scena portando ad una sintesi minimalista dell’apparato scenografico illusionistico a favore di una libertà espressiva maggiore delle coreografie. Le luci a loro volta si sono raffinate offrendo nuove sfaccettature all’immagine scenica. Danzatori, atleti e acrobati sfidano la gravita ed immagini straordinarie appaiono dal buio in una carrellata senza sosta di effetti. Un mondo dove il reale e il virtuale si mischiano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti tratte dalle immagini più forti dantesche. Un inferno paradossale come Escher, assurdo come Magritte, crudelmente caravaggesco. Uno spettacolo dove il disegno della luce, la musica e l’illusione si coniugano con la danza, il physical theatre e la mimica. 

 

SONORITA ULTRAMONDANE 

 

Mariana/P è la music designer della compagnia. La musica dello spettacolo è rigorosamente elettronica contemporanea con autori raffinati come Alva Noto, e autori più Pop come Kraftwerk o i Prodigy. Ci sono poi alcuni innesti di musica contemporanea classica con autori come Scelsi, Meredith Monk e altri. Non mancano le sonorità world ideate in studio con musicisti, attori che recitano ed ingegneri del suono che ricreano atmosfere ultramondane dove l’energia e il ritmo incalzante si inter- vallano con la calma e la meditazione dei momenti poetici. 

 

LO STILE NOGRAVITY 

 

VOLO AEREO 

 

“Le donne e gli uomini, terrestri e divini, mortali e immortali, che Dante racconta nella Divina Commedia non sono corpi. Ma intelligenze, memorie, visioni, desideri, idee: anime. E le anime non pesano. Questa intuizione fisica e poetica è il punto di appoggio dal quale prende, letteralmente, il volo l’allestimento di Emiliano Pellisari” 

 

Sandro Cappelletto (Filarmonica Romana) 

 

PHYSICAL THEATRE 

 

“Un lavoro totalmente insolito, stupefacente, di immaginazione; l’obiettivo ricercato è innegabilmente provocare la meraviglia ma, oltre, lo spettacolo si basa interamente sul corpo gestuale e su un macchinario complesso privo di qualsiasi elemento virtuale o tecnologico; sussiste soltanto la luce che si infiltra in diagonale su un nero permanente paragonabile ai fondali dei quadri di Caravaggio” 

 

Antonio Audino (Del Teatro.It - 8 Maggio 2005) 

 

SCULPTURE DANCE 

 

“Emiliano Pellisari non si puo’ definire esattamente un coreografo ma un architetto dei corpi”. “Per una volta tanto il titolo non è una trappola per i gonzi ma una promessa mantenuta in maniera paziente, rigorosa e spesso geniale” 

 

Vittoria Ottolenghi(Resto del Carlino – 11 Novembre 2006) 

 

IL TEATRO DELLE MERAVIGLIE 

 

“Magico. Poetico. Surreale. La bellezza del movimento unita a squisiti suoni barocchi; un ingegnoso teatro e un tocco di umorismo, creano insieme uno spettacolo che ti las- cerà meravigliato... dalla sua meraviglia! Sono elettrizza- ta. Eravamo tutti incantati. Il Teatro delle Meraviglie davvero!” 

 

Michelle Castelletti (Malta International Arts Festival) 

 

ILLUSION DANCE 

 

“Sul palco, sei ballerini si muovono, volano in aria e creano figure irreali! Ispir- ato alle meraviglie del teatro barocco e supportato dalle attuali risorse tecno- logiche, Emiliano Pellisari, autore di questa performance totale, è l’inventore di un’arte coreografica unica, al crocevia di magia, illusione e circo. 

 

I suoi ballerini, liberi dalla forza di gravità, fluttuano nell’aria al ritmo della musica che spazia dal rock alla musica classica. Ispirato ai più famosi canti di Dante, che coinvolge Escher e Magritte nel loro universo surrealista, Pellisari conduce il pubblico in un sogno ad occhi aperti di straordinaria bellezza” 

 

Anne-Catherine Sutermeister (La Manufacture Theatre Losanna) 

 

 

 

 

 

LE ORIGINI DELLO SPETTACOLO INFERNO, LE ORIGINI 2005-2007 

 

Lucia Boca non solo mi ospito’ al Teatro Olimpico per anni ma accompagno’ la mia crescita artistica aiutandomi, consigliandomi, credendo sempre che l’opera successiva sarebbe stata migliore della precedente. Nessun direttore artistico mi ha mai onorato di una fiducia così grande che ancora oggi mi commuove e mi esalta nello stesso tempo. 

 

“Alla prima occasione attraversai l’Italia e vidi “Inferno” tutto intero al Teatro Co- munale di Monfalcone. Il pubblico assisteva sbalordito ed entusiasta. Emiliano era tranquillo. La sua artigianalità spaziava dalle complicate scelte artistiche alla comunicazione, al budget, ai conti, al service dell’audio e delle luci. Difficile incontrare una persona che, guidando personalmente il camion con le scene e condividendo la vita dei suoi baller- ini, fosse allo stesso tempo un creatore di straordinario talento, visionario al punto di riuscire a ricreare senza ricorrere al linguaggio la poesia dell’opera dantesca.” 

 

Lucia Bocca Montefoschi 

 

LA POETICA 

 

Era il 2005 e Antonio Audino venne in una incredibile serra di vetro riallestita miracolosamente in teatro con corde e stracci. Lo spettacolo si chiamava Daimon. Il sottotitolo I Viaggi dell’Anima indicava il tema che continuerà a essere sempre lo stesso nelle opere successive. Si trattava del primo esperimento dello spazio scenico vuoto con danzatori che si muovono per mezzo di mac-chinerie nascoste. 

 

“Un corpo femminile e uno maschile volano nello spazio buio aggrappandosi a una nuvola di tulle, sulle lancinanti modulazioni vocali di un’aria d’opera. Si raggiungono, si stringono, si uniscono. Cosa vorrà dirci il mago che ha dato vita a quella folgorazione estatica del nostro sguardo?” 

 

Antonio Audino

 


L’INFERNO OVVERO IL VIAGGIO DELL’ANIMA 

 

Nel 2007 le tecniche di movimento degli atleti e dei danzatori insieme all’implementazione della macchina scenica si fecero più sofisticati e con il grande evento Orfeo ed Euridice nella Notte Bianca di Roma del 2007 si crearono le scene fondamentali e si misero le basi di quello che sarebbe diventato l’IN-FERNO che debuttò l’anno successivo. 

 

”Pellisari ha ideato un percorso sciamanico con il carattere della saga che sia- mo abituati a vedere nei film hollywoodiani, un viaggio iniziatico come quelli di orfeo ed enea, se gli sopravvivi non sei piu quello di prima”

 

Sandro Cappelletto 

 

 

 

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