Ci avevano lasciato con “Chi erano i Jolly Rockers?” , commedia sulla fantomatica band di rock’n’roll e ritornano, dopo meno di un anno con “La baita degli spettri”. Il teatro è sempre lo stesso, Lillo e Greg ugualmente geniali e Mauro Mandolini di nuovo alla regia.
Fino al 27 gennaio, il Teatro Ambra Jovinelli di Roma ospita la horror-comedy “La baita degli spettri”, scritta nel 2005 da Claudio Gregori ( in arte Greg) e interpretata, 8 anni dopo, con Pasquale Petrolo (Lillo), Vania Della Bidia, Danilo De Santis, Irma Carolina Di Monte e Mauro Mandolini.
Una commedia divertente che vede protagonista un gruppo bizzarro di amici catapultato in una baita per le vacanze invernali. Il presupposto è anche abbastanza banale: settimana bianca in compagnia in una vecchia casa protagonista di una maledizione, infestata dai fantasmi e soggetta a continui e fastidiosi scricchiolii.
Ma quella che cambia è la chiave di lettura. L’ironia e alcune trovate davvero brillanti diventano le protagoniste indiscusse del palco di Via Guglielmo Pepe.
E’ un horror, ma si ride dall’inizio alla fine, grazie alla stravaganza dei personaggi e delle loro ossessioni, alle battute ingegnose, all’interpretazione di Lillo e Greg. Se il primo atto procede abbastanza a rilento mirando a trascinare gli spettatori nella storia, dopo l’intervallo la commedia si accende, assumendo il ritmo calzante di una risata al secondo. Oltre che delle cinque cadute di tono, il merito è certamente degli “extra”.
La sensazione, infatti, è quella di avere affittato un DVD e di starsene comodamente distesi sul proprio divano col telecomando in mano, pronti a bloccare la scena, riavvolgere, selezionare la lingua, e infine a dare una sbirciata ai contenuti speciali.
Così, non contenti, al termine della storia gli attori interpretano “dal vivo” il loro backstage, gli errori, le interviste e le scene tagliate raggiungendo l’acme della comicità.
Il risultato è uno spettacolo originale, nel quale si esalta un umorismo intelligente e pulito incarnato da attori perfetti, uno su tutti Pasquale Petrolo. Se pensate ne valga la pena attenti però a selezionarne la lingua giusta o rischiate di vedere i primi cinque minuti in tedesco.
Chiara Cerini