Pedro Cabrita Reis in “4 Volte Io” si cimenta nel ruolo di propositore di forme auree intese a dimostrare una ipotesi di misurazione del proprio corpo che viene riportata come canone di una serie di opere, quattro di nove per l'esattezza, visibili all' interno della galleria Magazzino in via dei Prefetti, nel centro storico romano e proprio nel cuore politico della città a due passi dal Parlamento.
Da quello che ho desunto dal comunicato stampa, la mostra si incentra su quattro opere che nello specifico del suo discorso rappresentano al meglio le sue intenzioni, cioè il raffigurarsi dell'artista in quattro diverse posizioni: in piedi, sdraiato, appoggiato e a braccia aperte. Un kouros dei giorni nostri che noi visitatori dobbiamo immaginare da quattro umili, rozzissimi e grossi pezzi di pesantissimo ferro, ovviamente tagliati a misura, quella da poco descritta, in tre segmenti di doppia trave a t e da una spessa lastra quadrata.
Sono dei massicci elementi di ferro presi dalle strutture portanti che si usano nell'edilizia ordinaria. Veri e propri materiali di produzione di massa dell'industria pesante che la siderurgia produce in larga scala in quelle fabbriche che la crisi economica ha fatto chiudere, unita ai problemi ambientali che tanto hanno allarmato gli ecologisti.
Bagnoli, Marghera, Terni o l'Ilva che adesso vedremo finanziata da Mittal, che ha numerose gigantesche fabbriche siderurgiche nei paesi del terzo mondo, prevalentemente in India e Malesia, fabbriche che inquinano tantissimo e uccidono numerosi operai al giorno con una produzione che permette lo sviluppo delle costruzioni edilizie in larga scala nel mondo.
Ricordiamoci che Mittal, godendo dei favori della ”extraterritorialità” ecologica, è diventato uno degli uomini più ricchi e politicamente potenti del pianeta avvantaggiato da un' indifferenza generale veramente sospetta al cui confronto lo spettacolino offerto a Taormina per il summit dei "potenti" del mondo è veramente ridicolo.
Elementi che lasciano pensare molto a diversi argomenti, che esulano dalle intenzioni dell'artista, di cui non voglio parlare per non sovrapporre il discorso della mostra. Pedro Cabrita Reis dagli anni '90 usa abitualmente nel suo repertorio artistico materiali ed elementi provenienti dall'industria e dall'ambito delle costruzioni: cemento, mattoni, legno, acciaio, metalli, travi, e frammenti di vere e proprie architetture, che egli unisce con elementi di arti visive come smalti, pigmenti, luci al neon, per una poetica espressiva spesso di carattere politico che racconta il luogo o il contesto che egli vuole evocare.
Sua è “La Casa di Roma” al MAXXI tuttora visibile, vera e propria mortificazione estetica di un prezioso manufatto architettonico che farebbe rivoltare nella tomba Zaha Hadid. Non so quanto sia, da questo punto di vista, valida la presenza di Giovanna Melandri come dirigente.
Pedro Cabrita Reis 4 Volte Io
25 Maggio- 25 Luglio 2017
Magazzino
via dei Prefetti 17 Roma
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