Sui muraglioni del Tevere che vanno da ponte Sisto a ponte Mazzini vedremo il 21 aprile per il Natale di Roma 80 graffiti di 10 metri circa di altezza distribuiti per 550 metri di lunghezza, una dimensione di opera artistica così spettacolare che Roma non vedeva dal fascismo.
Quando sarà inaugurata, la mostra sarà un evento esaltante per tutti i visitatori che si vedranno coinvolti non solo dallo scenario di un’opera di tale portata ma anche da una performance che enfatizzerà il grande momento.
L’annuncio ufficiale si è avuto ieri nella sede dell’ACER di Roma alla presenza di numerose ed autorevoli personalità del mondo dell’arte e dell’architettura: in pratica è stata una conferenza dove si sono inserite numerose questioni riguardanti progetti di architettura, come ad esempio la trasversale Gianicolo-Moretta e la sistemazione del Tevere e della città di Roma. Insomma, si è parlato tanto e di tanti argomenti e poco di quello che è l’opera in sé, del suo significato e della sua validità pittorica, delegando al mito del grande artista la soluzione del tutto.
Per un artista quale è William Kendridge, famoso perché è da sempre impegnato nel fronte dei diritti civili, che ha esordito in Sud Africa con l’antirazzismo, ci si aspettava di più del centurione romano o di Mastroianni e la Ekberg per ricordarci la “Dolce vita”, o della lupa romana, anche se sotto gli ha messo due vasi, o di un “anonimo” Pasolini (un corpo supino sdraiato per terra come nella foto del ritrovamento ma che non mostra il viso) o di immagini prese da vecchie foto sulla Roma dimenticata, che non hanno mai influito sull’immaginario collettivo dei romani.
Mi sarei aspettato che lui, meglio di ogni altro, avesse rappresentato i centri “d’accoglienza” che abbiamo a Roma, dove sono stipati migliaia di immigrati sino all’inverosimile, i quartieri ghetto degli africani, gli accampamenti Rom, la corruzione di Mafia Capitale, i senza casa e gli abusivi di “affittopoli”, l’incuria urbana, il degrado e l’inquinamento ….
Graffiti grandi di dimensione ma di significato debole, perché cimentarsi in un tema storico non è facile, poteva fare a meno di citare l’antichità di Roma perché ci si trova a sfidare artisti del calibro dei Carracci o Sironi in un confronto che, anche se non voluto, diventa, per forza di cose, troppo arduo, senza contare la debolezza grafica che hanno le figure sull’esteso muraglione che paiono comparire dalle nuvole, dovuto alla pulizia del fondo,e non colpiscono l’attenzione del passante, il che sarebbe tipico dei graffiti. L’opera muraria, l’opera pubblica, tema sul quale gli illustri personaggi hanno abbondantemente perorato, è un’opera che ti colpisce sulla pancia, un’immagine dalla quale non puoi sottrarti al punto che spesso è addirittura una violenza o una prevaricazione fatta sul cittadino.
Insomma, caro Kendridge, all’encomiabile intenzione degli amministratori non corrisponde granché della tua statura di artista che è comunque grande ma che in “Triumphs and lamentes” resterà come un’ occasione perduta.
In piena contraddizione con quello che ho sino ad ora affermato invito ad esultare per quest’opera: in fondo c’è poco che celebra la città e dopo tutto questo fango che di recente ha subito da parte di corrotti e di mafiosi, il gesto di Kendridge risulta eroico. Forse un domani sui muraglioni del Tevere dovremmo mettere il ritratto di William Kendridge che ha avuto il coraggio e la generosità di dipingere per Roma.
“Triumphs and lamentes” di William Kentridge
ACER, Roma
Ideazione e coordinamento Valeria Sassanelli, Emma Tagliacollo, Luca Zevi
Saluti introduttivi
Luca Zevi, Presidente dell’IN/ARCH Lazio e dell’Associazione TEVERETERNO Onlus
Federica Galloni, Direttore Generale per l’Arte e l’Architettura contemporanea e per le Periferie del MIBACT
Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale
Federica Pirani, Direttore del Polo Museale Moderno e Contemporaneo di Roma Capitale
Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI
TEVERETERNO e la rigenerazione del Tevere attraverso l'arte contemporanea
Valeria Sassanelli, Architetto, vice presidente dell’Associazione TEVERETERNO Onlus
Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura
Triumphs and Laments
Lia Rumma, Gallerista
Lila Yawn, Storica dell'arte, docente alla John Cabot University
Triumphs and Laments, Public Art site-specific e Beni culturali
Claudio Strinati, Storico e critico d’arte
Anna Mattirolo, Storico dell’arte contemporanea, MIBACT
Domande e risposte
Coordinamento
Emma Tagliacollo, Architetto, IN/ARCH Lazio
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