In un'ala della GNAM primeggiano le opere di Marcello Morandini (Mantova 1940), un artista dalla lunga e prestigiosa carriera internazionale che in questa antologica espone 100 opere tra quadri sculture e design, correlate da foto e video che lo hanno coronato come grande artista Italiano.
La caratteristica delle sue opere è fortemente marcata dall'alternanza del bianco e nero per evidenziare complessi quanto intriganti giochi di forme. In fondo, Marcello Morandini, sorprende lo spettatore con poco, come se fosse un minimalista, due soli colori gli sono sufficienti per scatenare una dinamica comunicativa inesauribile, tanto che addirittura, da quando ha avuto una spiacevole esperienza con il legno da lui colorato nel 1972, assembla elementi di materiale plastico dei due colori, così da garantirne la qualità cromatica per lungo tempo.
Realizza un intreccio di forme alle volte sorprendentemente semplici e altre volte molto complesse ma sempre con l'intento di offrire una modulare articolazione visuale. Con le sue opere, come piega i materiali, Morandini "piega" l'occhio dello spettatore in labirintici meandri al punto che ti crea una vertigine allucinogena di geometrie complesse.
Il suo mondo pare provenga da una evoluzione accentuata della geometria euclidea, alimentata da una costante elaborazione cerebrale e formale. Rilevante è la quantità delle sue opere al punto tale da sembrare che questo "sistema visuale" sia infinito perché tantissimi sono i "giochi" visivi che si possono ottenere, in questo é meritorio l'allestimento che rende benissimo nelle ampie sale offrendo la necessaria efficacia visiva ai pezzi esposti.
Gillo Dorfles presentò le sue opere alla Biennale di Venezia del '68 come arte programmata perché era il genere che racchiudeva gli artisti che proponevano effetti geometrici, ma Morandini non accettò nemmeno quello optical che forse gli poteva stare vicino, perché volle sempre stare lontano da definizioni e mode. (Erano infatti, quelli, gli anni di Courreges e di tanti stilisti che giocavano con lo stile optical).
Forse per questo, anche se il suo è un genere un po' datato, ha comunque una freschezza e una verginità che lo ha accompagnato per tutta la sua lunga carriera, e ancora oggi gli dà la capacità di proporre opere innovative.
Il rigore delle suoi lavori, che si impongono per una rigidità formale di modello matematico, gli hanno offerto la possibilità di lavorare per numerosi progetti di architetti in monumenti e per decidere forme e arredi di piazze o facciate di edifici. Ricordiamo la scultura del grande anello posta all'ingresso del Museum Quadrat di Bottrop in Germania, museo dedicato a Joseph Albers dalla sua città natale, che divenne anche simbolo della città per tutto il mondo in un francobollo, o l'altra opera importante (10 metri di altezza su una estesa base di marmo) dal nome "Ombra Latina" di fronte al Wilhelm Hack Museum, come pure la straordinaria facciata della fabbrica Thomas, tanto per citarne alcune.
Numerosi sono i progetti per realizzare grattacieli in rendering di grande formato. Ma anche gli oggetti di uso comune non sono sfuggiti alla sua logica costruttivistica. Si possono annoverare nella sua produzione piatti, tazze, bicchieri, posate, vasi e recipienti vari, sedie e poltrone, letti, orologi ecc. Tutti di grande rigore ed eleganza.
In pratica allo GNAM si può ammirare tutto l'universo di Marcello Morandini in un' esposizione che ne restituisce fedelmente il senso delle sue opere. Bello e accurato il catalogo, edito da PUBLI PAOLINI di Paolini Renzo e C. s.n.c. , con testi di Maria Vittoria Marini Clarelli, Mariastella Margozzi e Marcello Morandini.
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Marcello Morandini
GNAM
Dal 26 giugno al 28 settembre 2014
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