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22/11/24 ore

InOltre. Aldilà dell’oggetto la realtà poetica di Fiorella Rizzo


  • Giovanni Lauricella

Nei locali del museo Bilotti Fiorella Rzzo espone una serie di opere che costituiscono il percorso da lei affrontato sino ad oggi nella sua lunga carriera artistica, in una esposizione che accoglie lo spettatore con una frase, scritta sulla parete di ingresso, quasi a voler dichiarare gli intenti dell’artista e renderci più chiara la lettura di “InOltre

 

“Dopo l’inganno visivo e sensoriale, lo sguardo percorre l’invisibile linea di impercettibili congiunzioni, l’atto creativo si coniuga con il processo auto-creativo, la memoria valica i confini della Storia.” (Fiorella Rizzo 1993) .

 

Altre citazioni tratte dagli scritti di Fiorella Rizzo sono poste sulle pareti per rimarcare il rapporto che esiste tra arte e vita  nella prospettiva dell'infinita ricerca dell'Io.

 

Poche mostre di arte concettuale ci danno la sensazione di trovarci di fronte ad opere che sono frutto di abilità e maestria: le qualità, appunto, che in questa esposizione Fiorella Izzo sembra voglia dimostrare di possedere, riuscendovi con successo. A tal fine, usa molteplici materiali e si cimenta in differenti tematiche, pratica una sorta di ready-made rielaborato che le permette di attraversare problematiche difficili con estrema semplicità, tanto da creare installazioni di notevole forza comunicativa.

 

Sono ben riconoscibili nell’allestimento oggetti di uso comune decontestualizzati, appena trasformati in superficie, oggetti inutili che pare si animino di una nuova coscienza e che paiono intervenire nella forma di espressione scelta da Fiorella Izzo, come se venissero attratti dal suo pensiero interpretativo, che li modella in una nuova disposizione; oggetti che - così forgiati - diventano  realizzazioni di ambiti concettuali scelti dall’autrice, che li vuole rendere ambigui come gli effetti visivi che abbiamo nella percezione oculare.

 

Composizioni di grande impatto visivo e scenografico che bloccano il visitatore e gli impongono una riflessione, un rapimento: effetto che a Fiorella non piace dissimulare, anzi pare che si sforzi di estremizzarlo con crudezze sceniche molto toccanti.

 

Sono ferri acuminati, accette piantate in testa, cocci di vetri taglienti disposti come si fa sui muri messi a protezione di intrusi, che producono nell’insieme una visionarietà lacerante che impressiona e che desta inquietudine in chi guarda.

 

Dodici teste umane su piedistalli, realizzate con impasti di terra rossa, compongono l'installazione che si vede appena si entra, che per il suo aspetto violento, dopo vari tentativi andati a vuoto, è stata esposta solo nel 1987  e collocata in una sala molto protetta dell’Accademia Tedesca di Roma.

 

Persino quando scrive con il pennarello sul plexiglass, Fiorella lo fa per torturare la superficie trasparente del  potilmetacrilato acrilico, perché nessun materiale resta indenne dal suo intervento e la caratteristica delle sue opere sta nella sua dirompente   personalità, che non dà scampo alle cose.

 

La dove non può arrivare alla materia, come nel caso delle  foto, sfrutta l’ambiguità offerta allo sguardo dalle cose sempre per perseguire l'intento di andare al di là dell'oggetto, nell’aldilà estetico ed emozionale che sta dietro le cose del mondo.

 

Filtrando la visione delle sue opere con questo tipo di percezione sensoriale, e forse abbandonandosi a questa, possiamo far sì che la mostra ci prenda come se fosse un racconto, una narrazione che è l'arte medesima di Fiorella Izzo, un vasto mondo, un universo tutto da scoprire, ciò che si può fare nella realtà attraversando le sale del museo Bilotti.

 

Un percorso che è un processo “auto-creativo”, che accentra la sua ricerca dell’IO nell’evoluzione umana e nello sviluppo del concetto di identità tramite la conoscenza di materie e mezzi: terra, semi, vetri, plexiglas, fino a fotografie e video.

 

Le sale espositive, in verità, per quanto spaziose, avrebbero dovuto dare più spazio alla collocazione delle opere, che si vedono forse un po' costipate e a fronte della grande forza che esprimono appaiono troppo vicine l'una all'altra, mentre, proprio perché sono portatrici di temi forti, hanno bisogno dello spazio sufficiente per far esplodere tutta la loro efficacia.

 

Curata da Amnon Barzel, la mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Scrive il curatore: “Questa mostra è un evento significativo nella vita artistica contemporanea di Roma. Fiorella Rizzo lavora da più di trenta anni con risultati anticipatori importanti: dalla seconda metà degli anni ’70 affronta il mistero della vita con linguaggio personale e autentico, dando forma a ciò che non ha forma”.

 

 

InOltre
Aldilà dell’oggetto
la realtà poetica di Fiorella Rizzo
a cura di Amnon Barzel

11 novembre 2013 – 5 gennaio 2014
Museo Carlo Bilotti. Aranciera di Villa Borghese, Roma

 

 


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