Per la giornata della memoria in questi giorni si tengono numerose commemorazioni dell'Olocausto, un doveroso ricordo di quella che fu una tra le più drammatiche tragedie dell'umanità, che il popolo ebreo visse in prima persona. Una serie di eventi artistici sono stati la cornice di una scadenza che lascia riflettere molto e che non smette di suscitare sgomento per quello che è accaduto in Europa durante la seconda guerra mondiale.
Questa mostra, dedicata alle cosiddette Leggi Razziali, alla persecuzione degli ebrei e alla Shoah, è curata da Carmine Siniscalco e da Lorenzo Canova, docente, curatore e storico d’arte, figlio dell’artista. Essa è pertanto un omaggio a Bruno Canova (Bologna 1925- Ischia 2012), a sei mesi dalla sua scomparsa. Disegnatore, incisore e pittore di raffinata qualità, Bruno Canova in gioventù fu internato in un campo di lavoro nazista per il suo impegno partigiano: in mostra sono esposti cinque suoi grandi lavori della serie L’arte della guerra eseguiti alla fine degli anni '70, insieme a trenta opere del suo amico e allievo pittore potentino,Vito Miroballi, (nato nel 1958, a Rivacandida).
L'arte della guerra-molti nemici molto onore è il titolo dell'opera più significativa che si vede nella galleria, che a mio parere merita un commento particolare.
Questo quadro basta per mille altri ispirati alla Shoah e per mille discorsi fatti su questo argomento; necessita di ben pochi commenti perché vi si legge in forma documentale quello che gli ebrei hanno subito e nella sua essenzialità testimonia e spiega che cosa è stata la persecuzione degli ebrei. In casi come questo l’arte rappresenta un formidabile vettore della memoria collettiva, tale non solo da rammentare la persecuzione e lo sterminio di questo popolo, sparso in tutto il mondo, ma da rendere il debito onore anche ad altri popoli ed etnie che hanno subito catastrofi analoghe.
Ricordiamoci perciò anche di coloro che hanno dovuto aspettare diversi decenni affinché la loro causa fosse riconosciuta e di coloro che non hanno ancora avuto alcun riconoscimento dai diretti responsabili, come gli Armeni nei confronti dei Turchi o gli italiani infoibati nei confronti degli iugoslavi, e anche degli stessi italiani.
Ricordiamoci che per la guerra dei Balcani abbiamo avuto una pulizia etnica a pochi chilometri dai nostri confini, che ancora lascia strascichi di polemiche e processi in corso sulla giustezza dell'intervento alleato.
Ricordiamoci del veto simultaneo della Russia e dei suoi alleati ogni qual volta ci si muove per ragioni umanitarie, quando nel '45 per la vittoria degli Alleati fu determinante l'apporto dell'Unione Sovietica, fu così che vennero liberati gli ebrei di Auschwitz. Secondo le statistiche proprio su quel fronte avvenne la più grossa mattanza umana, dove addirittura i vittoriosi sovietici in un solo fronte di combattimento ebbero più morti degli stessi tedeschi impegnati in più fronti e dove pare che manchino ancora all'appello migliaia e migliaia di persone. A proposito di Unione Sovietica, ricordiamoci anche delle vittime dei gulag.
Ricordiamoci pure l'oblio più grave, cioè quello del presente, cioè di quello che accade adesso in varie parti del mondo senza che ci sia una guerra mondiale, e che non trova nessuna risposta da parte dei popoli notoriamente più civili.
Ricordiamoci di un continente che ha come pratica di guerra il genocidio, dove i morti contano poco o niente e dove si fa strage di un intero popolo, come accade nel Darfur. In Medio Oriente, zona che sempre Africa è anche se viene considerata a parte, lo stesso stato di Israele non riesce a sanare le ferite lasciate aperte dalla costituzione del suo stato monoconfessionale. Non dimentichiamoci dei gruppi armati e delle formazioni politiche polpottiste che mietono vittime nel Sud America o nell'area indocinese...
Non dimentichiamoci, insomma, che oggi migliaia e migliaia di persone, come in passato e forse più che in passato, vivono sotto la minaccia del genocidio, in quanto la Jihad imperversa in molti stati: Israele la subisce da parte degli Iraniani e da molti paesi arabi mentre in molti paesi le minoranze cristiane la subiscono da parte dell’Islam integralista. Non dimentichiamoci, quindi, del passato, del presente e nemmeno dell'immediato futuro, che roseo non appare sebbene un oblio mediatico e politico sembri volerlo rimuovere e mistificare.
Giovanni Lauricella
Ricordare
Tributo a Bruno Canova in memoria della Shoah
Bruno Canova e Vito Miroballi
Studio S, via della Penna 59
Roma
Fino al 16 febbraio
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