Quella dei Ferruzzi è stata una delle più grandi famiglie imprenditoriali italiane. Luciano Segreto ne racconta l’irresistibile ascesa e la caduta drammatica. Una parabola del capitalismo familiare italiano del Novecento che sembra un thriller… Il costruttore e il giocatore (Feltrinelli) è la storia di un’ascesa vertiginosa e di un crollo rovinoso. Un intreccio di potere, ambizione e misteri mai del tutto chiariti.
“I Ferruzzi sono stati protagonisti - riporta il sito dell’editore - di una delle più significative esperienze imprenditoriali del Novecento italiano. Figlio di contadini romagnoli, Serafino Ferruzzi fu il costruttore di un impero silenzioso in meno di vent’anni. Cereali, zucchero, oli vegetali, cemento. Navi, silos e oltre un milione di ettari coltivati, sparsi tra le Americhe e l’Italia. Un gigante con radici nella terra e lo sguardo sul mondo. Dopo di lui, Raul Gardini guidò il gruppo verso i vertici dell’industria italiana ed europea, entrando nel settore petrolchimico, farmaceutico e dei nuovi prodotti dell’agro-business attraverso l’acquisizione della Montedison, fino a raggiungere dimensioni senza precedenti. Con oltre 250 stabilimenti sparsi tra Europa, America e Asia, Ferruzzi-Montedison incarnò la forza e l’ambizione dell’imprenditoria italiana sulla scena internazionale. Incapace tuttavia di uscire dalla mentalità padronale, che poteva funzionare a Ravenna, per passare a una cultura imprenditoriale da grande azienda, dove quella mentalità non era adeguata, Gardini finì per contribuire in maniera decisiva alla crisi del gruppo sia in termini gestionali che finanziari. L’inchiesta Enimont svelò un sistema di relazioni pericolose, dove politica, finanza e industria si muovevano nell’ombra. Gardini, il giocatore, venne risucchiato in una spirale di errori, pressioni, silenzi e decisioni drammatiche. Il mondo bancario, che pure aveva collaborato alla crescita del gruppo, nel giugno del 1993 prese il controllo di Ferruzzi-Montedison. Un processo segnato da un’enorme anomalia, secondo l’Autorità garante della concorrenza: il secondo maggiore azionista, Mediobanca, prima si trasformò in advisor per poi diventare, in una fase successiva rispetto al completamento della ristrutturazione, l’azionista di riferimento. Il gruppo si sgretolò sotto il peso delle proprie contraddizioni: una governance troppo personale, una struttura finanziaria instabile e un capitalismo familiare non pronto a reggere l’urto della globalizzazione…
“Luciano Segreto - scrive Luigi O. Rintallo nella recensione del libro su Agenzia Radicale - descrive con cura le tappe che portano alla fine dell’impero Ferruzzi-Gardini, un declino che subisce un’accelerazione all’inizio degli anni ’90, non mancando di notare come l’informazione abbia in qualche modo mancato di riferirne compiutamente, preferendo dare “rappresentazioni in parte deformate dei fatti”, anche perché spesso tanta parte del giornalismo nazionale era subalterno dello stesso Gotha finanziario di cui avrebbe dovuto occuparsi…”.

Questa è la storia di un’ascesa vertiginosa e di un crollo rovinoso. Un intreccio di potere, ambizione e misteri mai del tutto chiariti. Luciano Segreto ricostruisce questa vicenda attraverso documenti inediti, testimonianze dirette dei principali protagonisti e materiali giudiziari.
Prova ne sia che mentre le mosse di Mediobanca che conducono all’espropriazione di fatto erano presentate sulla stampa italiana come “una grande occasione per l’industria” o “una risposta del sistema paese per il futuro”, invece “il «Financial Times» presentò l’operazione in modo molto irriverente, parlando di spaghetti merger, una soluzione all’italiana, ‘una deprimente miscela di incesto e insularità’ che avrebbe dato vita a ‘un nuovo mostro’”.
Se un dato oggettivo può dedursi dalla lettura di questo saggio è che, al pari di gran parte dei principali esponenti del capitalismo italiano, anche in Gardini difettava la dimensione strategica privilegiando piuttosto una competizione che si risolveva entro l’orizzonte del proprio successo personale. Nondimeno, questa era una disposizione che conteneva in sé una debolezza di fondo perché non comprendeva la natura profondamente anomala del nostro Paese sul piano economico, contraddistinta dall’estraneità alle regole di un vero libero mercato.
Lo storico dell’economia Luciano Segreto ripercorre nel suo libro, nella conversazione con Giuseppe Rippa direttore di Quaderni Radicali, questa vicenda in un’attenta lettura di documenti finora non disponibili…
(Agenzia Radicale Video)
- Il costruttore e il giocatore di Luciano Segreto. Ferruzzi-Gardini: un’epopea minata da un difetto di strategia (Agenzia Radicale)
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