Nel 1943, quando le forze alleate avanzano in Nord Africa e pianificano uno sbarco sulle coste italiane, la città calabrese di Cosenza si trova ad affrontare direttamente l’incubo della guerra. Molti dei racconti circa quel travagliato periodo storico si concentrano sugli eventi globali e sulle grandi battaglie che si sono succedute; in pochi riescono a catturare il devastante impatto che il conflitto ha avuto sulle comunità locali.
In occasione dell’ottantunesimo anniversario dei bombardamenti su Cosenza, lo scrittore Antonello Anzani ci porta nel cuore della città colpita da questo drammatico evento attraverso il suo racconto “12.4.1943 - Bombe su Cosenza”.
Il libro narra delle vite intrecciate di persone comuni costrette a fronteggiare la guerra e le sue devastanti conseguenze, e lo fa attraverso gli occhi innocenti di un bambino di nome Saverio.
Attraverso una prosa vibrante e una narrativa fluida, ci immergiamo nella vita quotidiana di chi si è improvvisamente trovato catapultato nel vortice degli eventi bellici, mostrandoci come la guerra abbia segnato in modo indelebile il destino di intere comunità.
Ma “12.4.1943 - Bombe su Cosenza” non è solo un racconto di guerra: è un atto di memoria e di testimonianza, un richiamo all’importanza di perseverare il ricordo delle vittime e di riflettere sulle tragiche conseguenze dei conflitti armati. Attraverso la storia del protagonista, Antonello Anzani ci mostra il coraggio e la resilienza di fronte all’orrore della guerra e ci invita a considerare le lezioni che possiamo imparare dalla storia.
Le storie private si intrecciano con le vicende collettive, mostrandoci come la guerra abbia trasformato ogni aspetto della vita quotidiana, offrendoci uno sguardo profondo e coinvolgente sui comportamenti umani di fronte alle avversità.
Nell’anniversario degli eventi che hanno segnato tragicamente la storia di Cosenza, è fondamentale ricordare e onorare coloro che hanno vissuto e sofferto in quel periodo oscuro, impegnandoci per un futuro di pace e prosperità per le generazioni a venire.
La prefazione di questo toccante racconto è stata redatta dallo storico cosentino Stefano Vecchione. Gli splendidi disegni che accompagnano il testo sono opera dell’illustratrice Tiziana Bellini. Tutto il lavoro di editing è stato curato dall’Associazione Culturale Pagina 114.
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