Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

27/12/24 ore

Mademoiselle Camille Claudel e moi, di Chiara Pasetti


  • Giovanni Lauricella

Se cercavate un libro sul dramma di essere donna incentrato sulla discriminazione femminile, in Mademoiselle Camille Claudel e moi (Nino Aragno Editore) potrete dire d’averlo trovato.

 

La bella autrice, Chiara Pasetti, scrittrice, drammaturga,  giornalista e studiosa di Gustave Flaubert, in un corposo libro narra le tristi vicissitudini di una bellissima, giovane ed eccellente artista che ha la sfortuna d’incontrare un grande artista, che sarà il suo grande amore e la sua rovina. Il libro infatti, tratta del rapporto tra l’artista Camille Claudel e una tra le figure maggiori dell’arte parigina e mondiale di quei tempi: Auguste Rodin.

 

Scintille e non solo tra due scultori, che si conoscono perché lei per migliorarsi frequenta lo studio del sommo artista.  Ne viene fuori una storia d’amore,  dove emerge la grande fragilità di Camille Claudel che, contrariamente alle sue debolezze di fondo, si propone dapprima sicura e spavalda, poi,  soggiogata e delusa dalle false promesse di matrimonio di Auguste Rodin, viene a  trovarsi in depressione fino a essere internata in un manicomio.

 

Un racconto estremamente romantico, visionario quanto drammatico, rievocato in un’ attenta cornice documentale, dove i lettori potranno trovare informazioni importanti e difficili da reperire altrove sui protagonisti.

 

Da questo dramma di vita vissuta, che dal libro è stato trasposto in edizione teatrale, dal titolo Moi, dalla medesima  Chiara Pasetti, emerge una prosa poetica molto coinvolgente, al punto da far sentire il lettore quasi parte in causa.

 

Proprio questo è il bello del libro: una storia vera ma avvincente come un romanzo.  D’ineccepibile e scorrevolissima scrittura, esso scandaglia le sofferenze della protagonista, il dolore dell’amore tradito, la discesa nell’inferno della malattia, scandendo le fasi ineluttabili di una storia talmente atroce da sembrare surreale, quando invece purtroppo è stata tristemente vera.

 

Camille Claudel è una donna che si sente defraudata dall’uomo che ama di tutto ciò che ha, del cuore che gli ha donato e dell’arte che agli inizi condivideva proprio con lui, Auguste Rodin: un dolore  inguaribile, che la porterà a distruggere le sue sculture

 

Di qui il dramma precipita. Una bella, intelligente, colta, giovane e bravissima artista, per alcune legittime escandescenze e un’ inevitabile depressione, viene mandata a marcire in manicomio con l’accondiscendenza degli stessi familiari, che ingenerosamente si rifiutano di accudirla in casa. Così, una bella persona, isolata e abbandonata a se stessa fra le pareti del manicomio, sprofonda ancore di più nell’angoscia e nella costernazione. 

 

Qui però subentra il geniale apporto di Chiara Pasetti: in Mademoiselle Camille Claudel e moi la protagonista si libera dalle sue ossessioni in un’espiazione  dovuta alla mancanza di quello che potevano essere un grande amore. Una sublimazione che non è narrata in forma patetica, perché emerge sempre la personalità di Camille Claudel, la sua bellezza d’animo che nonostante tutto si conserverà.

 


 

Ella resterà a lungo in manicomio, resistendo allo sconforto perché sostenuta da un altro più grande sogno d’amore: l’arte. Ella, infatti, spera sempre di uscire per continuare a fare la scultrice. Un delirio esistenziale, insomma, nell’intreccio tra due dinamiche affettive che stregano il lettore  insieme alla protagonista, sino alla conclusione del libro. E l’emozione dura anche a lettura conclusa …

 

Ottimo libro per chi vuole calarsi nell’atmosfera Fin de siècle vedendola da un’angolazione diversa dal solito: non più soltanto un’epoca di gaiezza e opulenza, ma un momento storico in cui si cominciava a scandagliare gli oscuri recessi della psiche. È anche l’epoca di Freud di Nietzsche, Rilke ecc. che non a caso il libro riporta nell’apposita e copiosa cronologia.

 

Pur essendo opera narrativa, è un ottimo libro d’arte e di storia di quei tempi conosciuti come la Belle Epoque. Libro ottimo per chi ha a cuore la condizione delle donne e per chi si vuole immedesimare in una difficile storia d’amore; un racconto che ti risucchia in quel vortice che sono le fragilità femminili, ma che è anche un monito per le relazioni avventurose

 

Il libro non è semplice come appare dal mio scritto, ma è notevolmente più complesso e profondo basterebbe solo guardare la bibliografia di ben tre pagine; è una ricca pubblicazione correlata di numerose fotografie dei personaggi narrati e anche delle opere di Camille Claudel e Auguste Rodin. 

 

Chiara Pasetti ha affrontato la protagonista senza tralasciare nulla di lei, delle persone che ha incontrato e del  suo contesto storico. La scrittrice ha realizzato un’opera molteplice che sconfina in maniera eccellente in vari ambiti disciplinari, narrativo, teatrale, poetico, filosofico, saggistico e di storia dell’arte, dando un contributo notevole e direi definitivo alla conoscenza di una così importante e purtroppo negletta artista.

 

 


Aggiungi commento