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17/11/24 ore

Spatriati, di Mario Desiati. Vincitore del Premio Strega 2022


  • Giovanna D'Arbitrio

Al Ninfeo di Villa Giulia, a Roma (con diretta televisiva su Rai Tre) ha avuto luogo il prestigioso evento culturale del Premio Strega. L’ambito riconoscimento letterario è stato assegnato a Mario Desiati, autore di Spatriati (Ed.Einaudi)

 

Lo scrittore pugliese, molto emozionato, ha dedicato il premio alla scrittrice Mariateresa Di Lascia, che nel ’95 vinse postumo lo Strega, e all’amico Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista tarantino scomparso nel 2017.

 

Il libro viene così presentato dalla Casa Editrice: “Claudia è solitaria ma sicura di sé, stravagante, si veste da uomo. Francesco è acceso e frenato da una fede dogmatica e al tempo stesso incerta. Lei lo provoca: lo sai che tua madre e mio padre sono amanti? Ma negli occhi di quel ragazzo remissivo intravede una scintilla in cui si riconosce. Da quel momento non si lasciano più. A Claudia però la provincia sta stretta, fugge appena può, prima Londra, poi Milano e infine Berlino, la capitale europea della trasgressione; Francesco resta fermo e scava dentro di sé.

 

Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allontanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi. Mario Desiati mette in scena le mille complessità di una generazione irregolare, fluida, sradicata: la sua. Quella di chi oggi ha quarant'anni e non ha avuto paura di cercare lontano da casa il proprio posto nel mondo, di chi si è sentito davvero un cittadino d'Europa. Con una scrittura poetica ma urticante, capace di grande tenerezza, dopo "Candore" torna a raccontare le mille forme che può assumere il desiderio quando viene lasciato libero di manifestarsi. Senza timore di toccare le corde del romanticismo, senza pudore nell'indagare i dettagli più ruvidi dell'istinto e dei corpi, interroga il sesso e lo rivela per quello che è: una delle tante posture inventate dagli esseri umani per cercare di essere felici. «A volte si leggono romanzi solo per sapere che qualcuno ci è già passato”. 

 

Insomma i libro sembra raccontare la storia di un’intera generazione alla ricerca di una propria realizzazione, di guadagnarsi un posto nel mondo.

 

Il termine  spatriati, inoltre, nel dialetto pugliese assume un significato particolare, come l’autore stesso spiega: “Sono spatriato come loro. E va aggiunto che spatriato in molti dialetti pugliesi ha una sfumatura in più rispetto al participio di spatriare… Va dal balordo al ramingo, dal disorientato, al precario. Spatriato a volte è anche un insulto, un modo per definire in modo spiccio una persona che non ha un posto fisso, non ha un’identità chiara rispetto agli altri. Altre volte è un modo simpatico per definirsi fuori dal coro. Altre volte ancora è semplicemente un’identità fluida, forse più libera, come sono i personaggi di questo romanzo. A Martina Franca (la città delle Murge in cui lo scrittore è nato, ndr) mi hanno dato tante volte dello spatriato, sia gli amici sia i parenti, perché non ho ‘costruito’ una famiglia, non si capisce esattamente che faccio, non sanno dove vivo di preciso. A volte lo hanno detto con affetto, altre con sgomento”.

 

Tra le opere di Desiati ricordiamo: Neppure quando è notte, Pequod 2003; Vita precaria e amore eterno, Mondadori 2006; Il paese delle spose infelici, Mondadori 2008; Foto di classe. U uagnon se n'asciot, Laterza 2009; Ternitti, Mondadori 2011; Il libro dell'Amore proibito, Mondadori 2013; Mare di zucchero, Mondadori 2014; Con le ali ai piedi, Mondadori 2015; La notte dell'innocenza, Rizzoli 2015; Candore, Einaudi 2016.

 

Ecco un’intervista all’autore (da Rai News)

 

 


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