Da una raccolta di articoli apparsi on line con cadenza settimanale tra il 2018 e il 2020, nasce il libro di Valentino Baldacci “Amare gli ebrei Odiare Israele” pubblicato da Aska Edizioni.
Già professore all’Università di Firenze, attuale presidente dell’Associazione di amicizia Italia-Israele del capoluogo toscano e molto attivo anche nel web, l’autore affronta numerosi argomenti che spaziano dalla politica alla storia, dalle cronache italiane ai più importanti fatti dello scenario mondiale: le occupazioni fasciste e i centri sociali nostrani, il mondo islamico, l’incontro del Papa con il re del Marocco, il confronto tra Rousseau e Montesquieu sulle varie definizioni di democrazia, Babij Jar e la rimozione sovietica, la differenza fra nazionalismo e sovranismo, l’anniversario della scomparsa di Giovanni Spadolini, la fiera del libro di Torino e tanti altri ancora.
Vi sono diverse recensioni di libri, soprattutto, ma anche di mostre e resoconti di eventi organizzati sia nella sua città che altrove nella Penisola. Il titolo, dunque, è piuttosto riduttivo rispetto ai contenuti di ampia veduta, ma è significativo perché rappresenta una concezione fin troppo diffusa nel nostro continente, non solo negli ambienti politici.
Esso prende spunto da uno degli articoli raccolti, una critica alle tesi che Sergio Luzzatto ha espresso in alcuni suoi scritti e in particolare in un libro ivi citato. Baldacci, però, amplia la sua riflessione soffermandosi brevemente anche su tanti altri intellettuali che si comportano nello stesso modo dello storico genovese, i quali da una parte si mostrano molto sensibili alle sofferenze patite dal popolo ebraico durante la Shoah, ma dall’altra diffamano e calunniano lo Stato di Israele, ignorano la violenza e l’antisemitismo nel mondo islamico, appoggiandosi e alimentando i preconcetti e l’odio verso quegli ebrei di oggi che osano ribellarsi alle aggressioni armate mosse dai vicini arabi in tutto il secolo scorso e che, in parte, continuano ancora oggi.
Questi intellettuali e, a cascata, tante altre persone comuni, erroneamente e pregiudizialmente considerano Israele un Paese colonialista, ignorandone la storia e la genesi.
Dunque, questo libro aiuta a capire alcuni fenomeni poiché le sue analisi sono sempre molto lucide e al di sopra di ideologie preconcette, ma soprattutto della contrapposizione manicheistica fra destra e sinistra che sempre più spesso imperversa, oggigiorno, specialmente sui social network.
Nonostante l’estrema sintesi che richiedono gli articoli destinati ai siti di informazione e divulgazione, Baldacci considera di ogni argomento trattato tutti gli aspetti da quelli storici ai sociologici, spesso non tralasciando nemmeno auspici per un futuro migliore. La sensibile comprensione per le varie angolature e l’espressione dei suoi dubbi e delle sue domande che sovente rimangono in sospeso stimolano il lettore alla ricerca e all’approfondimento.
L’esposizione dei fatti e delle opinioni è molto chiara e dunque di facile accesso per tutti. I toni a volte possono sembrare un po’ pungenti, ma sono sempre civili e il suo stile è come si conviene ad un gentiluomo di altri tempi. Una lettura, dunque, molto piacevole anche per chi è a digiuno di uno o più degli argomenti trattati.
Peccato soltanto per un unico piccolo neo: i mesi della data ebraica sono scritti al contrario (da sinistra a destra, anziché viceversa, con tanto di lettere finali all’inizio della parola).
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