Il luogo è singolare. Sale ampie e misteriose, dalle pareti di pietra viva, come scavate nella roccia, si addentrano a un livello leggermente inferiore al piano della strada. Intorno: libri, stampe di affreschi e calchi dal museo archeologico napoletano, disegni, taccuini, colori, gadget, acconciati con grazia da mani femminili.
Il luogo si chiama, non per nulla, Museum shop. Si trova a Napoli, a piazzetta Nilo, dove c’è l’antica statua del Nilo, un uomo di marmo bianco,disteso con accanto la testa, classicamente bella, di una Sfinge, da qualche giorno rimessa al suo posto, dopo un’annosa scomparsa, era stata trafugata da chissacchì.
Nella sala di fondo del Museum Shop, sabato 6 dicembre, si è celebrata una cerimonia quasi magica: “il libro si apre”. E dal libro aperto sembrano uscire dei personaggi, sembra si levi un’atmosfera, si formi un ambiente. L’ambiente è quello della Magna Graecia. Rivive l’antica Neapolis, e, nel mito greco, sono convolti italici ed etruschi, principi e pescatori, scugnizzi arguti e gente torpida, mentre, tra naviganti e terricoli, sbarchi e naufragi, sorprese e rinvenimenti, atti generosi e tradimenti,concitazione di battaglie e il loro afrore, una donna va alla ricerca del suo amato, in una ricerca senza fine; e, intorno il mare, lo steminatorVesevo, le fiamme, i vapori dei campi ardenti. Un’avventura che ti prende, in cui si è trasportati. Gli spettatori, attenti, ne sono ammaliati.
Autrici di questa magia, come sacerdotesse di un rito, sono tre donne. L’una è l’autrice del libro: ne parla con il cuore, è un figlio suo, mentre rinviene i rapporti tra la Napoli antica e quella di ora. Un’altra è acconciata alla maniera greca: la tunica e il peplo di velo azzurro; chissà se un tempo esistevano veli di quel colore. Delle sacerdotesse, in effetti, è la più importante, perché è lei che legge brani del libro. E’ anche molto brava: la sua voce è chiara, suadente, piacevole, espressiva. Peccato che, per leggere quelle pagine, abbia inforcato gli occhiali, proprio fuori tempo. La terza sacerdotessa è una storica e parla dei misteri di questa Napoli misteriosa e più precisamente dei Templari, su cui ha scritto un libro. Sono stati infatti ritrovati, in un recente scavo nell’infinita Napoli sotterranea, altri simboli di questi affascinanti cavalieri.
Una città antichissima, Napoli, dalla continuità storica straordinaria, la più antica del mondo occidentale. Eppure, con un falso storico contro il quale i boss della cultura non hanno trovato nulla da ridire, oggi si celebra come città più antica al mondo la pittoresca, bella Matera.
Così, mentre Napoli viene uccisa anche nel ricordo, mentre sta morendo in un doloroso degrado, in una straziante agonia, Fiorella Franchini ha voluto celebrarla, scrivendone con il cuore e la fantasia questo intrigante libro di avventure che si intitola Korallion (Edizioni Kairòs -2014). E ha voluto presentarlo, in modo originale e brillante, insieme alle sue amiche.
Napoli sta morendo ma parla ancora. E mi ricorda una canzone che dice: “Chi si?, tu si ‘a canaria. Chi si? tu si l’ammore. tu si l’ammore cha pure quanno more, canta canzone nove. gesù! Ma comme chiove!”
Adriana Dragoni
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