Alla presenza del Rettore della Università Federico II, Matteo Lorito, di noti esponenti della cultura napoletana e di molti giornalisti, Marisa Del Vecchio, Ceo di Gay-Odin, ha spiegato come è nata l’idea di dedicare Il Grande Uovo all’antica e prestigiosa Università napoletana, un simbolo di Cultura e Pace.
Tale è l’augurio di Gay-Odin per la Pasqua 2024, inciso sul tradizionale uovo di oltre 300 chili di cioccolato, alto circa 2 metri, sulla cui superficie Fabio Ceraso, artigiano della fabbrica, ha scolpito con grande abilità la facciata dell’università partenopea.
E come tutti gli anni abbiamo fatto visita alla Gay-Odin per omaggiare la tradizione del gigantesco uovo di cioccolato pasquale “a tema” che anche quest’anno ha dimostrato il costante impegno professionale, sociale e civile nel mettere in risalto gli aspetti migliori di Napoli e Campania.
La prestigiosa cioccolateria ha origini antiche che risalgono alla Napoli dell’800. In effetti, come emerge dalla lettura del libro “Dal Grand Eden Hotel di Piazza Amedeo alla Fabbrica Cirio” dei compianti Nicoletta D’Arbitrio e Luigi Ziviello, la Napoli ottocentesca appariva come una città cosmopolita pienamente inserita in una cultura europea, una città ancora capace di attirare imprenditori stranieri, come i francesi Giulio Huraut e Maria Genevois, che nel 1896 affidarono all’ing. A. Trevisan il progetto per la costruzione di Villa Maria e del Grand Eden Hotel e tanti altri tra quali ricordiamo anche Isidoro Odin, giovane cioccolatiere piemontese di origine svizzera.
Isidoro si trasferì a Napoli nel quartiere napoletano di Chiaia dove aprì la prima elegante bottega in via Toledo, inaugurando in seguito la fabbrica di via Vetreria, ancor oggi situata in un antico palazzo liberty, dove produce in modo artigianale una gamma raffinata e gustosa di cioccolato.
I cioccolatini di Isidoro Odin furono subito apprezzati in un’epoca di fine ‘800 in cui Napoli, come abbiamo già detto, era una vera e propria capitale europea, come Londra, Parigi, Vienna, ritrovo di intellettuali, artisti europei e ricchi imprenditori. Isidoro Odin, sposato con Onorina Gay (da cui deriva il nome dell’azienda Gay-Odin), nel 1890 comprò anche in via Nicotera una splendida villa antica che nel 1600 era parte di Palazzo Cellammare. Odin riportò villa e giardino agli antichi splendori, ma alla sua morte tutto cadde di nuovo nell’abbandono finché suo nipote, Franco Decker, ereditò da suo nonno la villa e fece di quel luogo un angolo di paradiso, un pezzo di storia come l’antica cioccolateria.
Negli anni sessanta l’azienda Gay-Odin passò alla famiglia Castaldi: il passaggio non apportò cambiamenti nel metodo di lavorazione, poiché Isidoro continuò ad aiutare Nino e Giulio Castaldi. In seguito essi affidarono al nipote, Giuseppe Maglietta, l’amministrazione dell’azienda, che la curò per circa 50 anni. Dopo la sua morte, a dirigerla è sua moglie, la dott. Marisa del Vecchio Maglietta e dai suoi figli Sveva, Dimitri e Davide.
Oggi negli eleganti negozi Gay-Odin si possono ammirare e gustare un’infinita varietà di “nudi” (cioccolatini non incartati) e l’inimitabile “cioccolata foresta”, deliziosa nel suo sciogliersi lentamente in bocca, con le sue mille sfoglie sottili che ricordano la corteccia di un albero.
E tornando al grande uovo a tema quest’anno dedicato a Procida, siamo orgogliosi della bella isola, giustamente scelta come Capitale della Cultura, con il seguente titolo del dossier di candidatura: “Procida, La cultura non Isola”, titolo che evidenzia come Procida sia “luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali”.
Infine ci sembra giusto ricordare in un rapido excursus i significativi temi scelti per decorare l’uovo almeno in questi ultimi anni, nonché come è nata l’idea di realizzare un tale uovo. “L’idea è nata quasi per caso. Il primo uovo gigante lo abbiamo realizzato 30 anni fa, commissionato da una grande azienda che lo volle utilizzare per inserirvi all’interno una grande quantità di pacchetti regalo destinati ai propri dipendenti - ha spiegato Marisa Del Vecchio - Dopo quella commissione, abbiamo dato vita ad una tradizione che si ripete ogni anno con l’avvicinarsi della Pasqua”
E così andando a ritroso negli anni, ricordiamo che nel 2023 l’uovo fu dedicato a Massimo Troisi, un doveroso omaggio al celebre attore, regista, poeta e sceneggiatore napoletano che il 19 febbraio dello scorso anno avrebbe compiuto 70 anni. Nel 2022 fu la volta di Procida, Capitale Italiana della Cultura. Nel 2021 l’uovo fu dedicato a Dante per commemorare i 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta. Il tema del 2020 fu l’Albero della Vita, chiaro messaggio di speranza, un’immagine archetipa di energia e positività nel momento buio segnato dall’inizio della pandemia .
Per la Pasqua 2019 l’enorme uovo celebrò le Universiadi, evento sportivo e culturale coinvolgente atleti universitari a livello internazionale. Nel 2018 Il tema fu la Speranza, raffigurata con una Napoli dal cielo azzurro ma pieno di nuvolette con positivi desideri per la soluzione di problemi ancora irrisolti, come strade senza buche, città pulita, lotta alla criminalità, politica efficiente e perfino l’ambito scudetto per la squadra di calcio!
Nel 2017 il tema fu quello dei Musei Partenopei che fu scelto per il boom del turismo a Napoli, grazie alla nuova linfa dei musei partenopei, in particolare il Mann e quello di Capodimonte, disegnati entrambi sull’uovo . Nel 2016 l’uovo fu dedicato alla Apple che aveva scelto Napoli per realizzare un polo di ricerca per le nuove App della casa di Cupertino. Il decoro rappresentava una veduta del golfo di Bagnoli con il Vesuvio eruttante computer e smartphone.
Nel 2015 il tema fu quello della Grande Expo e la decorazione mostrava la nostra Penisola con tutti i suoi piatti tradizionali e il messaggio “Nutriamo bene il pianeta“ per esaltare cibo di qualità. Nel 2014 l’uovo tributò un omaggio a Paolo Sorrentino, vincitore del premio Oscar per il film La Grande Bellezza, nonché alle città di Roma e Napoli.
A questo punto ci fermiamo, poiché l’elenco sarebbe davvero molto lungo e concludiamo con un encomio a Marisa del Vecchio, ai suoi familiari e collaboratori che ancora una volta hanno confermato un grande amore per Napoli, perseguendo con costanza l’obiettivo di valorizzarne eccellenze territoriali, significativi personaggi ed eventi.
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