di Giulia Anzani
A quasi un anno dalla mia intervista all'onorevole Giacomo Mancini, ricevo l’invito, suo e di suo padre Pietro, all’inaugurazione della nuova sede della fondazione dedicata a suo nonno Giacomo Mancini, organizzata il 21 aprile in occasione dell’anniversario di nascita del leone socialista.
Intorno alle ore 18, a Largo dei Follari a Cosenza, cittadini, sindaci e amministratori di diversi comuni calabresi, si sono riuniti per assistere in prima persona all’apertura dei nuovi locali della sede che, come ha affermato Giacomo Mancini “saranno disponibili per quanti vorranno consultare l’archivio, visionare la mostra fotografica e approfondire le testimonianze del lungo e fulgido impegno politico del leone socialista. E saranno aperti per ospitare iniziative politiche e culturali”.
Un modo per onorare l’impegno politico di Mancini, ma soprattutto per sottolineare il forte legame che ha costruito con il suo popolo e con la sua città.
Nell’invito viene ricordato come “Partigiano, sotto il comando di Giuliano Vassalli e poi, dopo l’arresto, al suo posto, nella lotta clandestina di liberazione. Parlamentare socialista per dieci legislature. Più volte ministro coraggioso, risoluto e fattivo nei governi di centrosinistra. Segretario nazionale del Psi in uno dei tornanti più complessi della storia repubblicana. Sindaco di Cosenza”, mai dimenticato e amato da chi l’ha conosciuto e ne ha tramandato la storia, con le sue mille contraddizioni, aggiungo.
“Mai nel corso della sua esistenza da leader perse contatto con la sua terra, con la sua gente, con la sua città”, continua il testo del gradito invito.
Un uomo controverso, lo definii nel mio articolo sul libro “Un avvocato del Sud” di Paride Leporace, che potrà essere ricordato - o anche conosciuto dalle nuove generazioni - grazie alla nuova sede della Fondazione Giacomo Mancini.
“Anche per onorare questo suo profondo legame con il suo popolo e con questi luoghi, abbiamo voluto che il suo archivio, che contiene le testimonianza di una vita, fosse conservato qui”, dove nacque, a pochi metri da dove visse fino al suo ultimo giorno, in via del Liceo, nel cuore del Centro Storico.
“Un piccolo contributo da parte nostra”, ha aggiunto infine Giacomo Mancini nei ringraziamenti per la presenza, virtuale e fisica, all’inaugurazione “anche per animare di vita nel centro storico della nostra città”.
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