Con Chiara Parisi si è conclusa la tornata di eventi dello SmArt, Tirate sul curatore, tra i più arditi incontri d’arte romani, che riprenderanno dopo l’estate. Con la cura di Saverio Verini si sono messi, in pratica, in luce i retroscena di alcune delle maggiori manifestazioni artistiche che si svolgono attualmente.
Questa volta il dibattito si è incentrato sulla Francia e in particolare su Parigi, grazie a Chiara Parisi che proprio in questo Paese ha lavorato come curatrice per una decina d’anni e con gran successo: prima al Centre international d’art et du paysage de l’ìle de Vassivière (2004-2011), poi alla Monnaie di Parigi per cinque anni; e se si considera che era stata curatrice dal 2000 al 2003 a Villa Medici, dove adesso è ritornata a lavorare, possiamo ben dire che è francese di adozione.
Ha fatto molto piacere vederla da vicino non solo al sottoscritto ma anche ai presenti che la sentivamo parlare incalzata dalle domande di Saverio Verini.
Lo dico perché l’incontro è riuscito a rivelare al pubblico la piacevole personalità di Chiara Parisi, emersa dai numerosi aneddoti che ci ha raccontato parlando delle mostre che ha curato e degli artisti con i quali ha avuto a che fare.
Artisti non facili in luoghi altrettanto difficili, perché l’ile de Vassivière è un luogo sperduto nella campagna francese dove, così ci ha detto Chiara, “per andare a comprare il pane dovevi fare venti chilometri”, mentre la stessa Monnaie (la Zecca) è un austero edificio classico dove gli adattamenti con l’arte contemporanea sono complicati essendo in una zona “sacra” di fronte al Louvre.
Luoghi che non sono musei o gallerie, ma edifici adibiti ad esposizioni, dove Chiara Parisi ha sistemato opere di artisti ingombranti come l’installazione di John Baldessari Your name in lights, ma anche Paul McCarthy e la sua Fabbrica di Cioccolato, la mostra di Marcel Broodthaers Musèe d’Art Modern, Department des Anglais, e poi ancora: Jannis Kounellis, la mostra cofirmata da Boltanski e Obrist Take me, I am yours, fino alla personale, ancora in corso, di Maurizio Cattelan, Not Afraid of Love.
Ricordiamoci gli incidenti davanti la Monnaie, dove è stato schiaffeggiato Paul McCarthy da parte di cittadini indignati per l’albero da lui posto nella piazza antistante al museo, esteticamente invero non molto valido, che è stato poi distrutto a furor di popolo. In questo Chiara Parisi ha dimostrato di essere capace di giocarsi il tutto per tutto per far affermare l’arte contemporanea, con spirito aperto e senza preclusioni alle esigenze degli artisti verso i quali ha un costante atteggiamento di predilezione.
Insomma un carattere coraggioso che ha ben fruttato nelle sue mostre.
Lascia la curatela della Monnaie a Camille Morineau di note tendenze femministe: ha, infatti, fondato l’organizzazione no-profit Archives of Women Artists, Research and Exhibitions (Aware) con l’obiettivo di reintegrare le donne illustri del XX secolo nella storia dell’arte e ha scritto Artistes femmes: de 1905 à nos jours, organizzando inoltre la mostra al Pompidou elles@centrepompidou nel 2009, da me in Agenzia Radicale recensito.
Per Villa Medici Chiara Parisi curerà inoltre la mostra collettiva annuale dei borsisti dell’Accademia di giovedì 13 luglio prossimo, che avrà sortite a Parigi alla Casa de Velázquez di Madrid e alla Villa Kujoyama di Kyoto, nell’ambito del festival ¡Viva Villa!, curato da Cécile Debray e Federico Nicolao; e torneranno gli appuntamenti di Art Club-Villa Medici, a cura di Pier Paolo Pancotto, con 5 percorsi inediti che vanno da Cy Twombly a Pier Paolo Calzolari.
Insomma, pregevoli incontri ben condotti da Saverio Verini, a cui va tutta la stima dei partecipanti, un’ iniziativa che vede lo Smart Polo per L’Arte proiettato in un centro dell’arte tra i più interessanti di Roma. Vi segnalo fin d’ora gli appuntamenti che riprenderanno dopo questa estate che sono Christian Caliando a settembre e Ilaria Gianni a ottobre, sotto il titolo divertente “Tirate sul curatore”.
Chiara Parisi
allo SmArt polo per l’arte
a cura di Saverio Verini
Roma, Piazza Crati 6/7, 10 luglio 2017
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