Nel Parque de la Fraternidad dell’Avana c’è una fontana neoclassica, di marmo bianco di Carrara, scolpita a Genova da Giuseppe Gaggini tra il 1835 e il 1836 e poi spedita via mare. Sulle Alpi piemontesi, quasi in vetta alla montagna detta di Rocca Bianca, sulle pareti di una cava di marmo abbandonata da decenni, spicca la firma dello stesso scultore; incisa con lo scalpello probabilmente nel 1836, quando Gaggini otteneva in concessione la cava e iniziava una fortunata vicenda imprenditoriale che sarebbe durata un quindicennio.
Due luoghi distanti, due poli totalmente diversi l'uno dall'altro, uniti da un tenue legame, un nome, un'arte. Così, Cristiano Berti, giovane artista marchigiano, partendo proprio dal questo sottile filo che lega Cuba e il Piemonte, intende portare a compimento una riflessione sul rapporto tra arte contemporanea ed eventi del passato o, se vogliamo, come lui stesso afferma, “tra le affinità tra la ricerca storica e la ricerca artistica”.
Il progetto di Berti, il primo dei 'Cicli Futili', dedicato dunque a Gaggini, mira ad accostare le storie e le immagini di questi due luoghi, riunendo metaforicamente la firma di Gaggini all’opera da lui scolpita e creando un cortocircuito in cui ciò che è situato nel cuore dell’Europa appare più esotico di una piazza di un’isola tropicale.
Il primo passo, spiega l'artista, “consisterà nella ricostruzione delle due vicende storiche, la concessione e lo sfruttamento della cava da un lato, la commissione, realizzazione, spedizione ed erezione della fontana monumentale dall’altro”. Un lavoro che vedrà la luce attraverso la doppia pubblicazione di una monografia storica composta da due capitoli. Successivamente, si passerà alla realizzazione di due panorami interattivi, ossia due immagini fotografiche perlustrabili a 360°, ad altissima definizione.
Con una particolarità, spiega Berti: “l'interazione con questi panorami non avverrà con l’uso di mouse o controller e toccando schermi, ma sarà puramente gestuale per favorire la sensazione di trovarsi immersi in un ambiente; qualcosa di esplorabile in modo intuitivo”.
Un'operazione complessa, quella ideata dall'artista, che necessita di generose risorse in grado di rendere possibile la realizzazione di una nuova opera d'arte: proprio per questo motivo Berti ha dato il via a una campagna di crowdfunding, un sistema che permette a chiunque di partecipare e di concorrere alla realizzazione di un progetto (di qualsiasi genere esso sia), con cui spera di trovare, almeno in parte, il capitale necessario alla sua impresa.
A questo link http://igg.me/at/futilecycles è possibile visionare la campagna crowdfunding, il cui termine ultimo è fissato per il 16 settembre.
Le donazioni si effettuano di norma usando la carta di credito (inclusa la postepay) o paypal. Chi non usa questi strumenti di pagamento ma vuole dare ugualmente un suo contributo può contattarmi all’email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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