All' Accademia di San Luca, Francesco Moschini, Segretario Generale dell'Accademia Nazionale di San Luca, Antonello Alici, Presidente AAA/Italia, Elisabetta Reale, Direzione generale per gli Archivi, vice Presidente AAA/Italia, Maria Grazia Bellisario, Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee, Laura Bertolaccini, Accademia Nazionale di San Luca, Fiorenza Gorio, Accademia Nazionale di San Luca-Fondo Federico Gorio, Nadia de Conciliis, Archivio Centrale dello Stato, Margherita Guccione, Fondazione MAXXI-MAXXI Architettura, Maria Cristina Fiorentino con Aldo Aymonino, Archivio Mario Fiorentino, Claudia Trillo, Fondazione Giovanni Astengo, Sergio Zevi, Archivio Luigi Piccinato - Università Sapienza di Roma, hanno tenuto una tavola rotonda in occasione della III Giornata nazionale degli Archivi di Architettura.
Costituitasi a Venezia nel 1999, l'Associazione Nazionale Archivi di Architettura contemporanea, AAA/Italia, è il network telematico di enti, istituzioni, università, privati e studiosi, concepito per promuovere la conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico nazionale relativo agli archivi di cultura architettonica diffusi nel territorio. Ad oggi l’Associazione conta 36 istituzioni tra i suoi soci effettivi e 95 persone fisiche quali soci sostenitori.
Tanti buoni propositi fra gli intervenuti alla tavola rotonda, avvenuta nell' aula magna dell' Accademia Nazionale di San Luca, che non ha avuto nessun successo di pubblico, addirittura i presenti erano meno degli stessi interessati, mancavano infatti molti invitati tra cui alcuni collaboratori degli archivi in questione.
L'attività dell'Associazione Nazionale Archivi di Architettura contemporanea è indubbiamente molto interessante se si pensa che pone gli studiosi di fronte a sempre nuove constatazioni che riqualificano la levatura degli architetti italiani del '900. Così è stato ieri nei confronti di Francesco Palpacelli (Fiuggi 1925 - Roma 1999), un grande quanto avveniristico architetto, poco considerato dalla critica, riscoperto nei suoi progetti più significativi ed in particolare sulle torri idriche, serbatoi dell'ACEA che costellano la periferia romana, con un aspetto che va oltre la funzionalità della distribuzione dell'acqua, in quanto edificati come veri e propri monumenti dell'architettura.
Un architetto come quelli di una volta, con la mano felice tale che gli permetteva di aggiungere al progetto tecnico anche disegni e schizzi di grande bellezza ed efficacia visiva, quello che oggi al computer si fa con il rendering, penalizzando quella che era la caratteristica peculiare della progettazione italiana. Negli schizzi sulla torre idrica a Vigna Murata (1973, località EUR) Palpacelli potrebbe sembrare un prosecutore della tradizione futurista.
Ogni intervento era correlato da proiezioni di diapositive del materiale proveniente da quello che è diventato il patrimonio dell'Associazione Archivi di Architettura contemporanea. Così pure per Mario Fiorentino (1918 -!982) e per il famoso Mausoleo delle fosse Ardeatine (1949, di Giuseppe Perugini e Mario Fiorentino), primo significativo intervento architettonico del dopoguerra, importante perché spezza la continuità storica dell'architettura razionalista, luogo molto conosciuto per la rilevanza storica, ma molto meno dal punto di vista artistico ed architettonico. Basti pensare che la gigantesca lapide, copertura del Mausoleo, è opera di Riccardo Morandi (Roma 1902 - !989) il cui intreccio di travi in precompresso è a tutt'oggi un gioiello dell'ingegneria mentre il sopra citato Francesco Palpacelli aveva come collaboratore Sergio Musumeci (!926 -1981 ), uno, tra i massimi progettisti di ponti e grandi strutture.
Ci sono limitato a citare alcuni argomenti solo per dare un impressione della qualità degli interventi e dell'importante ruolo che può avere l'AAA/Italia.
Quello che invece bisogna dire è che il primo archivio, quello più necessario e più importante di tutti, è una sufficiente visione critica dell'architettura che, come tutti sappiamo, è molto carente e disorganica al punto che la storia che ne dovrebbe scaturire, che dovrebbe essere chiara e risolutrice di tutte le complessità che riveste, invece è un racconto monco e contraddittorio in molte parti, complessivamente insufficiente perché non esiste un pensiero storico condiviso. Parlo ad esempio della diaspora contro Paolo Portoghesi e il Postmoderno[1], una concezione della cultura che dopo la caduta del muro di Berlino ancora procede con il metro della cortina di ferro, dove chi è accettato sta dentro e tutti gli altri stanno fuori.
In questo l'attività dell' Associazione Nazionale Archivi di Architettura contemporanea rischia di essere una lacunosa quanto infinita catalogazione di tutto quello che ospita. Una condizione culturale grave che purtroppo va di pari passo con molte altri aspetti del patrimonio della nostra conoscenza che questo Bel Paese non riesce a sviluppare. Una storia dell'architettura da rifare, dunque, come, manco a farlo a posta, è stato lo stesso Aldo Aymonino a puntualizzare, dimostrando con delle diapositive la lungimiranza compositiva di un prospetto di un edificio degli anni '60 di Fiorentino che, stando a quello che diceva nel suo intervento, era a pieno titolo paragonabile a quello che architetti di fama internazionale fanno attualmente.
Sicuramente c'è ancora tanto da fare. Buon lavoro ad architetti ed archivisti..
Centro idrico Vigna Murata
http://www.francopalpacelli.it/img/C.IDRICO-T81bis.jpg
http://www.francopalpacelli.it/img/opere/centri_idrici/vigna_murata/088-(1).jpg
VIAGGIO NELL’ITALIA DEL SECONDO NOVECENTO: DAGLI ARCHIVI ALL’ARCHITETTURA
in occasione della III Giornata nazionale degli Archivi di Architettura
venerdì 24 maggio 2013
ore 16,30
ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA
Roma, piazza dell'Accademia di San Luca 77
[1] Il 2 marzo 2012 l'Accademia Nazionale di San Luca ha proposto un dibattito sulla serie di iniziative curate da Achille Bonito Oliva, in concomitanza con i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia, dal titolo"La Transavanguardia in Italia", con Stefano Chiodi, Andrea Cortellessa, Franco Purini, il coordinamento di Ilaria Giannetti e Luca Porqueddu . Nella rievocazione del pensiero e del fenomeno storico del Postmoderno, immancabile nodo che i convenuti al dibattito dovevano affrontare, non citavano Paolo Portoghesi, che tra l'altro ha rivestito una carica di prestigio all'Accademia di San Luca.
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