Presentato ieri in anteprima nazionale al Teatro delle Palme di Napoli, il film-documentario “SANITANSAMBLE” ha lasciato tutti senza fiato. La storia è quella della nascita di una giovane orchestra, che nulla ha però in comune con un semplice gruppo di studenti che decidono di imparare a leggere uno spartito e a suonare.
Difficile è infatti immaginare di poter istruire alla musica bambini abituati a vivere e a giocare tra le strade del Rione Sanità, ai piedi della collina di Capodimonte. Ovvero in una delle zone più popolari della città, dove la mancanza di istruzione e di tutte le opportunità che tanti ragazzi hanno altrove è quasi assoluta.
Difficile, sì. Ma possibile. E “SANITANSAMBLE” testimonia proprio questo piccolo miracolo. Realizzato da Alessia Bulgari e prodotto da Pianoterra Onlus, associazione napoletana che si impegna da anni per promuovere iniziative a sostegno delle fasce più deboli, il documentario racconta il percorso di crescita e di trasformazione di 34 piccoli artisti dai 9 ai 17 anni di età, arrivati alle selezioni senza aver mai neppure ascoltato un brano di musica classica.
Il progetto di realizzazione dell’orchestra è nato nel 2009 grazie ad un’idea de L’Altra Napoli Onlus – associazione che da tempo si occupa della riqualificazione del territorio del Rione Sanità - che si è ispirata ad un modello didattico creato negli anni ’70 da Josè Antonio Abreu, musicista ma anche attivista e accademico venezuelano che credeva nella promozione sociale e intellettuale dei giovani proprio attraverso la musica.
Volti spaesati, sguardi curiosi e increduli, quasi a volersi proteggere dalla possibilità che un’occasione così rara potesse alla fine rivelarsi soltanto un’illusione, si sono trasformati nel sorriso di un gruppo di ragazzi che hanno formato una squadra. O, meglio ancora, una famiglia.
La forza è arrivata dai grandi. Dai maestri, dagli educatori. Che hanno saputo dare loro fiducia, speranza, sostegno, prima ancora che nozioni di solfeggio e strumenti musicali. E poi dalle famiglie, dai genitori. Che hanno voluto e saputo affidarsi per dare ai propri figli un’opportunità. Nessuno dei bambini aveva mai tenuto in mano uno strumento.
Dopo 4 anni il Teatro San Carlo ha avuto l’onore di accogliere il loro concerto sotto la splendida direzione del Maestro Paolo Acunzo. Risuonano allora nella mente le parole dei ragazzi: “Quando suono il violino mi dimentico di tutti i problemi. Mi sento più felice”. E la visione di un futuro migliore, improvvisamente, sembra possibile.
Regina Picozzi
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