Analizzando la nuova stagione del cinema italiano è evidente che l'inizio non poteva essere peggiore. Basti pensare infatti ai flop degli ultimi film italiani come La bella addormentata, che ha incassato 300 mila euro, Reality di che Garrone a differenza del precedente Gomorra dove aveva guadagnato 10 milioni , ne ha incassati solo 1,5 e Tutti i Santi Giorni solo 508 mila euro.
Non è solamente una questione di idee in quanto nell’ultimo biennio abbiamo vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia 2011 con Terraferma e quello per la migliore opera prima per La-bas Educazione criminale di Lombardi, il FIPRESCI a Toronto con Il primo uomo di Amelio, quindi l’Orso d’oro a Berlino con il Cesare dei Taviani, il premio del pubblico della sezione Panorama per Diaz di Vicari, il secondo premio a Cannes per Reality di Garrone con Nanni Moretti che è stato Presidente della giuria e nella tanto bistrattata Venezia 2012, E’ stato il figlio si è portato a casa un’Osella per la fotografia, assieme al premio Mastroianni per il miglior giovane attore.
Anzitutto il problema è da rilevarsi dal punto di vista delle risorse. Il cinema mondiale è ovunque finanziato dal sostegno pubblico, che in Europa vale 2 miliardi, in Francia tramite lo storico Cnc 750 milioni. Il nostro Fus eroga 76 milioni, ma bisogna tenere conto della scoperta italiana della dimensione piccolissima regionale.
Ogni territorio ha una Film Commission per attrarre produzioni; solo il Lazio, dotatosi a marzo di una nuova legge sul cinema, spende 50 milioni nel suo contesto. Un altro milione se ne va per mille minirassegne dei comunelli dell'entroterra, 22 Cnc regionali infine pesano centinaia di milioni diventando costosissimi oltre che controproducenti.
A ciò poi si somma il dramma della sala cinematografica poiché il cinema di qualità, viene detto, è solo in sala ed all'uopo sta avvenendo la megatrasformazione degli schermi in 3D. I cinema attuali inoltre sono accessibili con biglietti che costano l'80% rispetto a vent'anni fa e che costeranno di più per la digitalizzazione spingendo il pubblico a guardare i film a casa sul pc, spesso scaricandoli gratis!
Recentemente tuttavia si è registrato qualche segnale che potrebbe essere positivo. Confindustria Cultura Italia ha promosso un convegno sull’agenda digitale nel quale il suo vicepresidente, Riccardo Tozzi, nonché produttore illuminato e presidente dell’ANICA, ha presentato i nuovi progetti di distribuzione.
“Entro la fine dell’anno partirà la piattaforma online per la vendita e il noleggio di film dell’Anica. Partiremo con un migliaio di titoli provenienti dai principali distributori italiani e la nostra pianificazione prevede di aggiungerne in breve tempo molti altri…” - ha affermato Tozzi. “…Sono convinto che la rete sarà un grande strumento di ricavo per i nuovi film ma che soprattutto sarà il mezzo perfetto per valorizzare il nostro straordinario archivio. Negli ultimi 20 anni le giovani generazioni non hanno avuto dove guardare il cinema italiano del passato. La mia generazione aveva i cinema che facevano retrospettive, quella seguente la televisione ma quella di oggi non lo conosce e internet è perfetto per andare a servire i bisogni di nicchia. Il potenziale è enorme”.
Ci si rende conto finalmente che nel mondo globalizzato tutti fanno cinema e lo vendono a tutti e che dunque tra rete veloce, satellite e digitale terrestre mai si è avuta un'epoca di così grande fruizione di fiction ed audiovisivo dove già da tempo le produzioni Usa, indiane e cinesi grazie al web distribuiscono velocemente i loro film.
Stefano Delle Cave