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05/12/25 ore

Tre ciotole, di Isabel Coixet. Tratto dal romanzo omonimo


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in anteprima al Festival di Toronto, Tre ciotole, di Isabel Coixet, anche autrice della sceneggiatura insieme a Enrico Audenino, è tratto dall'omonimo libro di Michela Murgia (scomparsanel 2023), un romanzo corale che intreccia 12 storie di persone in crisi esistenziale, tra le quali emerge in particolare quella di Marta e Antonio che ha ispirato il film.

 

Il libro viene così presentato da Mondadori: “S'innamorano di una sagoma di cartone o di un pretoriano in miniatura, odiano i bambini pur portandoseli in grembo, lasciano una donna ma ne restano imprigionati, vomitano amore e rabbia, si tagliano, tradiscono, si ammalano. Sono alcuni dei personaggi di questo strabiliante libro di Michela Murgia, un romanzo fatto di storie che si incastrano e in cui i protagonisti stanno attraversando un cambiamento radicale che costringe ciascuno di loro a forme inedite di sopravvivenza emotiva. "Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita." A volte a stravolgerla è un lutto, una ferita, un licenziamento, una malattia, la perdita di una certezza o di un amore, ma è sempre un mutamento d'orizzonte delle tue speranze che non lascia scampo. Attraversare quella linea di crisi mostra che spesso la migliore risposta a un disastro che non controlli è un disastro che controlli, perché sei stato tu a generarlo. In stato di grazia, come la grande narratrice di Accabadora”.

 

Nel film si racconta in particolare la storia di Marta (Alba Rohrwacher) eAntonio (Elio Germano) che si separano dopo un litigio e affrontano la nuova situazione in modo diverso. Antonio, uno chef, s’impegna al massimo nel lavoro, ma non riesce a dimenticare Marta: la sua passione per il cibo diventa una forma di riscatto, ma anche un ricordo dell’amore perduto. 

 

Marta, invece, si sente triste, perde l'appetito: dopo una visita medica, scopre che la sua inappetenza è dovuta a una grave malattia che la porta a vedere vita, cibo e relazioni in un modo diverso. Pertanto, trova conforto nelle piccole cose e nei rituali quotidiani, come quello delle tre ciotole che l’aiuta a ritrovare il gusto di vivere

 

Il cibo diventa, pertanto, un simbolo sia della sofferenza che del ritrovato gusto per la vita dopo la diagnosi. La malattia diventa un percorso di consapevolezza e, come nel libro di Michela Murgia, nel film vivere è un atto di resistenza gentile alla fragilità del mondo, nell’accettare l’incertezza del futuro, apprezzando soprattutto il presente.

 

All'inizio non ero convinta, la malattia, la storia di una donna che sappiamo dall’inizio che morirà, non mi sembrava promettente - ha dichiarato la regista - ma la lettura del libro per me è stata una rivelazione, mi ha colpito tantissimo e due giorni dopo ho subito detto sì, per il punto di vista molto differente rispetto al consueto, anche se una raccolta di dodici racconti è difficile da adattare”. (da Coming Soon)

 

Il cast include Alba Rohrwacher, Elio Germano, Sarita Choudhury, Silvia D'Amico, Galatéa Bellugi e Francesco Carril, fotografia: Guido Michelotti: musiche: Alfonso de Vilallonga.

 

Tra i film di Isabel Coixet ricordiamo Troppo vecchio per morire giovane, Le cose che non ti ho mai detto , La mia vita senza me, La vita segreta delle parole, Lezioni d'amore, Map of the Sounds of Tokyo, Another Me, Guida per la felicità, La casa dei libri, Elisa e Marcela, Un amor

 

Ecco il trailer del film (da Coming Soon)

 

 


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