È stato recentemente presentato il IV rapporto sulla fiction italiana secondo cui il nostro paese investe poco sull' audiovisivo rispetto gli altri stati europei. In base all'analisi dei 741 progetti italiani realizzati negli ultimi anni emerge che il segmento della filiera maggiormente finanziato è quello della distribuzione (18,5M€) seguito dai progetti di sostegno ai produttori (7,7 M€).
Tra questi ultimi si segnalano 25 progetti di “fiction” (cinema e televisione) per 1,2 M€, troppo poche se si osserva come come per il medesimo ambito di intervento la Francia abbia ottenuto 43 M€, il Regno Unito 17 milioni, laddove il totale europeo per gli stanziamenti in questo ambito è stato di 156 M€.
Il trend negativo dei broadcaster ha inoltre determinato una contrazione dei fatturati di fiction scesi nel 2011 sotto la soglia dei 700 M€ (stime IEM) anche a causa di un sistema in un settore governato da una molteplicità di attori pubblici: il Mise per il framework regolatorio e l’innovazione tecnologica, la Rai per il sostegno pubblico alla produzione, la Commissione Parlamentare di Vigilanza, l’Agcom sul rispetto delle quote di produzione nazionale ed europea, le Regioni in merito ad incentivi e strumenti di sostegno.
A ciò poi bisogna aggiungere la debolezza cronica del sistema europeo dimostrata dal nuovo Report dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo, Theatrical export of European films, che ha misurato il successo dei film europei, sui principali mercati esteri ed ha evidenziato, prendendo come riferimento il 2010, che su 1281 film europei prodotti solo l'8% è stato distribuito nei paesi extracomunitari.
Tuttavia uno nuovo vento di speranza sembra portato dalle nuove tecniche di distribuzione cinematografica quali il VOD e il video on demand.
“L'era digitale non è una cosa da ignorare, ma non è nemmeno qualcosa da combattere o da ostacolare. È invece un'opportunità: qualcosa da accogliere con favore, sostenere e abbracciare” afferma infatti Neelie Kroes, vicepresidente della commissione europea sull'audiovisivo.
I canali online, offrono il modo infatti di raggiungere un pubblico diverso che, per un motivo o un altro, non sarebbe andato al cinema grazie anche alle nuove possibilità comunicative offerte per i social media.“Vorrei regole che aiutino le imprese europee che hanno nuove idee, che limitino la pirateria non ricorrendo semplicemente a misure severe” continua la Kroes “ Rendendo più facile l'accesso degli utenti a ciò che vogliono, on-demand e legalmente, senza dover affrontare frustranti barriere artificiali”.
Stefano Delle Cave