Parigi, 13Arr. (Les Olympiades), di Jacques Audiard, ispirato da alcuni racconti a fumetti del libro Killing and Dying di Adrian Tomine, pubblicati in Italia da Rizzoli con il titolo Morire in piedi, è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2021 ed è candidato a 5 Premi César.
Il libro Morire in piedi viene così presentato: “In Morire in piedi, traduzione di Killing and Dying, Adrian Tomine racconta, disegnandole, sei storie, molto umane e molto crude, che rivelano comunque una completezza di situazioni e messaggi presenti in esse. Non vengono né smussati né affilati gli spigoli, che lo scrittore intende esplicitamente presentare al lettore, e allo stesso tempo l'abilità del narratore fa sì che l'equilibrio venga raggiunto e la fluidità dello stile catturi l'attenzione di chi si immerge nei racconti.
I personaggi presentati da Tomine, uno dei principali fumettisti americani viventi, autore di numerose graphic novel, fanno scelte o si trovano in situazioni che, se fossero vissute da noi (e potrebbero benissimo esserlo), ci farebbero sentire a disagio. Eppure, il modo in cui vengono raccontate è scevro da giudizi moralistici; ciò avviene perché, dallo stile del racconto e dal tratto grafico di Tomine, tanto diretto e neutro, emerge l'umanità di individui imperfetti, che si muovono in tempi e contesti in cui la perfezione è lontana dal quotidiano.
Il film non ambientato in Usa (come nei fumetti), ma a Parigi nel 13° arrondissement nel quartiere denominato Les Olympiades, racconta la storia di tre giovani al di là di schemi sociali o razziali: Emilie (Lucie Zhang), cinese di seconda generazione, Camille (Makita Samba), giovane nero, Nora (Noémie Merlant) che ha lasciato Bordeaux per la grande metropoli, intessono tra loro complesse relazioni d’amore e di amicizia che descrivono la nuova generazione, osservata dal regista senza un particolare coinvolgimento emotivo.
I giovani appaiono quasi come rappresentanti della società “liquida” descritta da Z. Bauman, persone insoddisfatte e profondamente sole che cercano compensazioni in successo, carriera e sesso reale o virtuale, come nel rapporto che Nora stringe con la sex worker Amber Sweet (Jehnny Beth).
“Avevo voglia di scrivere una storia d’amore e di ambientarla nel tredicesimo arrondissement. Io ho girato tanto a Parigi e conosco bene la mia città e i suoi limiti. So che non è molto grande, che è museale, che è romantica, che è una città storica e io non volevo mostrarla così, avevo voglia di stare a Parigi come se fossi altrove. Per questo la scelta del tredicesimo arrondissement e quella di girare in bianco e nero - ha affermato il regista in un’intervista -.
“Per tornare alla questione dell’amore eterosessuale - ha poi aggiunto - il paradosso del film sta nel fatto che la relazione più intima e forse più sincera si svolge fra due donne attraverso lo schermo di un computer: per me questo era fondamentale. All’inizio del film ci sono tre personaggi, un ragazzo e due donne, e questi personaggi non sanno chi sono davvero: Emilie pensa di essere una piccola punk dell’amore, Camille si crede un dandy libertino e Nora si sbaglia su ciò che lei è. Il film dirà loro quello che sono realmente. C’è un unico personaggio che non si sbaglia su quello che è, ed è proprio Amber Sweet, lei sa cos’è dal punto di vista amoroso e intellettuale”.
Un film particolare in bianco e nero che si avvale della sceneggiatura di Céline Sciamma, Léa Mysius, Jacques Audiard, della fotografia di Paul Guilhaume, delle musiche di Rone
Tra i film del regista ricordiamo Regarde les hommes tomber (1994), Un héros très discret (1996), Sur mes lèvres (2001), De battre mon coeur s'est arrêté (2005), Un prophète (2009 ), De rouille et d'os) (2012), Dheepan (2015), The Sisters Brothers (2018).
Ecco il trailer italiano del film (da Coming Soon)