Disponibile su Sky Premiere e in streaming, Judas And The Black Messiah, di Shaka King, narra la storia vera di Fred Hampton, leader delle Pantere Nere dell'Illinois, e dei tragici eventi che lo coinvolsero. Il film ha ottenuto molti riconoscimenti, tra i quali ricordiamo 5 candidature a Premi Oscar, 2 candidature e vinto 1 premio ai Golden Globes, 4 candidature e vinto 1 premio ai BAFTA, 1 a National Board, 1 ai Critics Choice Award, 1 ai SAG Awards.
Il film è ambientato a Chicago alla fine degli anni ’60, quando dopo la morte di Martin Luther King e Malcom X, emerge un’altra figura del movimento per i diritti dei neri, Fred Hampton (Daniel Kaluuya): divenuto Presidente della sezione dell’Illinois del Partito delle Pantere Nere (BPP), guida la lotta e fonda la Rainbow Coalition, organizzazione politica multiculturale includente le Pantere Nere, gli Young Patriots, gli Young Lords ed altri gruppi, con l’intento di porre fine alle lotte intestine e lavorare insieme a un cambiamento attraverso rivoluzionare idee socialiste, anche se non violente.
“Non pensiamo che il fuoco si combatta con il fuoco; per combattere il fuoco è meglio usare l’acqua - afferma nei suoi comizi - Non combatteremo il razzismo con il razzismo, lo combatteremo con la solidarietà. Non combatteremo il capitalismo con il capitalismo nero, ma lo combatteremo con il socialismo”.
Alcune immagini del film intanto ci mostrano William O’Neal (LaKeith Stanfield), il famigerato Giuda del titolo, ladruncolo che per rubare qualche automobile si finge un agente dell’FBI e poi purtroppo finisce proprio per essere ricattato e utilizzato dal bureau di J. Edgar Hoover (Martin Sheen) come infiltrato nel BPP.
In effetti Fred Hampton viene ritenuto una minaccia dall'FBI che cerca di intralciarne le attività con alcuni infiltrati nel movimento. Nel il 4 dicembre 1969, pertanto, Hampton viene drogato e poi ucciso nel suo letto a colpi di pistola durante un'irruzione notturna nel suo appartamento. Durante il raid anche molti altri rimangono gravemente feriti.
Solo in seguito i parenti vinsero una causa civile che si concluse con un risarcimento in denaro nel 1982. Quanto ad O’Neal, si suicidò1990 dopo la messa in onda di un video della serie-documentario “Eyes on the Prize 2” includente un’intervista in cui ammetteva di essere stato un infiltrato.
In effetti i sensi di colpa forse sono stati duri da sopportare nel tempo: già nel corso del film la sua figura di infiltrato sembra gradualmente comprendere la portata di un messaggio comunitario contrapposto al suo individualismo che lo porta a giustificare se stesso per non finire in galera, essendo ricattato dalla polizia per i suoi precedenti reati.
La sceneggiatura dello stesso regista, coadiuvato da Will Berson, è un’ efficace mescolanza di generi che vanno dal thriller al cinema d’impegno civile. In verità ci sembra preoccupante la violenza di alcune scene che potrebbe fomentare ulteriormente la rabbia dei neri, già in crescita dopo gli ultimi tragici pestaggi subiti da alcuni da parte di poliziotti.
La fotografia è di Sean Bobbitt, le musiche sono di Craig Harris e di Mark Isham, la scenografia è di Sam Lisenco.
Judas and the Black Messiah è il secondo film di Shaka King, noto sceneggiatore e produttore
Ecco il trailer ufficiale del film (da ScreenWeek TV)