Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

25/11/24 ore

Mank, di David Fincher. Hollywood, tra biopic e spaccato d’epoca


  • Giovanna D'Arbitrio

Disponibile su Netflix, MANK, di David Fincher racconta la storia dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz (Gary Oldman) a partire dalla lavorazione di Quarto Potere, recitatoe diretto da Orson Welles fino alla lotta per i diritti sulla sceneggiatura tra Mankiewicz e Welles quando il film vinse l'Oscar.

 

Già nel 1971 Pauline Kael nel suo saggio Raising Kane attribuì a Mankiewicz la sceneggiatura e a quanto pare anche David Fincher sembra condividere tale tesi.

 

Le prime scene sono ambientate nel 1940 a Victorville, California, dove J. Mankiewicz, infermo a causa di un incidente, è assistito da un’infermiera e una segretaria mentre cerca di lavorare a uno script affidatogli dal giovane Orson Welles (Tom Burke) ingaggiato dalla RKO (Radio Keith Orpheum Pictures). 

 

I ricordi del passato offrono a Mank ispirazione per lo script di Quarto Potere e continui flashback mostrano scene in cui era spesso ospite del magnate William Randolph Hearst (Charles Dance) e del capo della MGM (Metro-Goldwyn-Mayer) Louis Mayer (Arliss Howard): nel corso di i riunioni e party si discuteva  spesso della crisi economica e delle le elezioni del 1934 in cui Mank simpatizzava per il candidato democratico di idee socialiste Upton Sinclair, osteggiato invece ed infine sconfitto da Hearst e Mayer a colpi di fake news. 

 

Pur tra mille difficoltà Mank riesce a scrivere la sceneggiatura ispirandosi a tali eventi passato, ma Orson Welles, giovane arrogante, se ne appropria: un quadro desolante di gente priva di scrupoli, alla ricerca di fama, potere e denaro. A quanto pare si salva solo Marion Davies (Amanda Seyfried), da Mank ammirata e chiamata spesso col nome donchisciottesco di Dulcinea.

 

Completamente girato in bianco e nero, il film è senz’altro un pregevole spaccato d’epoca sugli anni d’oro del cinema hollywoodiano e tutto ci riporta indietro a quegli anni con il supporto di sceneggiatura (Jack Fincher), fotografia (Erik Messerschmidt), scenografia (Donald Graham Burt), musiche (Trent Reznor, Atticus Ross).

 

IMank potrebbe risultare in qualche punto un po’ intricato e poco chiaro  per chi non conosca Quarto Potere e i numerosi personaggi dell’epoca, personaggi dei lontani anni ’40  in un film apparso sugli schermi nel1941, opera prima diretta e interpretata da Orson Welles all'età di 25 anni.

 

Tra i film di David Fincher ricordiamo: Alien (1992), Seven (1995), The Game (1997), Fight Club (1999), Panic Room (2002), Zodiac (2007), Il curioso caso di Benjamin Button ((2008), The Social Network (2010), Millennium (2011), L'amore bugiardo (2014).

 

 


Aggiungi commento