Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

25/11/24 ore

Lasciami andare, di Stefano Mordini. Dal libro al film


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in anteprima alla 77ª Mostra cinematografica di Venezia come film di chiusura fuori concorso, Lasciami andare, di Stefano Mordini, è stato girato a Venezia proprio durante la drammatica ondata dell’acqua alta di novembre 2019.

 

Il film è tratto da romanzo Sei tornato, di Christopher Coake in cui si narra la storia di Mark Fife che 7 anni dopo la tragica scomparsa del figlio Brendan e la successiva separazione dalla moglie, cerca di rifarsi una vita con la nuova compagna, Allison.

 

Purtroppo un giorno appare una sconosciuta che ha comprato la sua vecchia casa dove, secondo suo figlio Jacob, il fantasma di Brendan ogni notte invoca il padre. Per Mark, che ai fantasmi non ha mai creduto, è l'inizio di un incubo e di un’inevitabile resa dei conti con il passato. La forza di Christopher Coake sta forse nei suoi personaggi che non hanno risposte rassicuranti da offrire al lettore, ma riescono a coinvolgerlo, a farlo dubitare e a porsi domande.

 

Il film rispetta più o meno la trama e gli intenti del libro anche se nomi e location sono diversi : Marco (Stefano Accorsi), ingegnere edile, e sua moglie Clara (Maya Sansa) vivono serenamente con il figlio, Leo, in una bella casa veneziana. Purtroppo quando Leo muore a soli cinque anni per un incidente, Clara e Marco divorziano. Col passar del tempo Marco ritrova un po’ di serenità con una cantante, Anita (Serena Rossi), che aspetta un figlio da lui. Un giorno, tuttavia, si presenta una misteriosa imprenditrice, Perla Gallo (Valeria Golino), che ha comprato la sua vecchia casa dove secondo il figlio si avverte la presenza di Leo.

 

Ritorna così per Marco e Clara un drammatico passato insieme alla ricerca di una verità seppellita ma non cancellata. Nel film notevole appare l’introspezione psicologica dei personaggi: Marco, tormentato dai ricordi del passato che deve affrontare di nuovo proprio quando sta per uscire da un doloroso tunnel, per di più costretto a destreggiarsi tra l’ex moglie e Anita. Clara, madre inconsolabile, pronta ad aggrapparsi a qualsiasi speranza pur di risentire la presenza del figlio perduto; Perla, la misteriosa ed ambigua nuova inquilina della vecchia casa .

 

Lasciami andare, ha il pregio di proporre un genere poco esplorato dal cinema italiano, il mistery thriller con forti tinte soprannaturali che Mordini e gli sceneggiatori (Francesca Marciano, Luca Infascelli) trasformano in un thriller dell’anima per un prevalere dei risvolti umani e psicologici. Bravi gli attori, notevoli fotografia di Luigi Martinucci, musiche di Fabio Barovero, scenografia di Luca Merlini.

 

"Non mi è mai successo di percepire una presenza - ha affermato Valeria Golino - Sospettarlo sì: che poi è quello il rapporto che si ha con l'arcano. Il sospetto che ci sia. Penso che, per pochi secondi, sia successo a tutti: stare in un luogo e sentirsi a disagio. Che poi tu ci creda veramente è un'altra cosa: penso ci sia questa dicotomia continua tra voler cercare l'altrove e allo stesso tempo avere timore di questo altrove. Viviamo in un limbo: un po' lo rimuovi, un po' invece lo vai cercando. Tutti vogliamo incantarci: per la bellezza, per il mistero. Fa parte dell'essere umano: perché in qualche modo in quell'altrove, che ci fa così paura e a cui forse non crediamo, c'è anche la speranza che esista un Dio. Perché se esiste quello allora esistono anche tante altre cose".

 

Tra i film di S. Mordini ricordiamo: Acciaio (2012), Pericle il nero (2016),Liberi sognatori - La scorta di Borsellino (2018), Il testimone invisibile (2018), Gli infedeli (2020)

 

Ecco un’intervista al regista e a Serena Rossi (da The Hot Corn).

 

 


Aggiungi commento