Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

25/11/24 ore

Lacci, di Daniele Lucchetti. Carnage psicologico in famiglia


  • Giovanna D'Arbitrio

 

 

 

Lacci, di Daniele Lucchetti, film d'apertura della 77ªMostra d'arte cinematografica di Venezia, è tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone, autore della sceneggiatura insieme al regista e Francesco Piccolo

 

Il film è ambientato a Napoli nei primi anni ’80 ed inizia con una’allegra festa di carnevale, seguita poi dall’immagine della famiglia in oggetto che guarda in tv un documentario sui leoni e il rapporto d’amore che lega i piccoli appena nati ai genitori.

 

Quella stessa sera Aldo (Luigi Lo Cascio) confessa alla moglie, Vanda (Alba Rohwacher), la sua relazione con Lidia (Linda Caridi), una collega che lavora con lui in un programma radiofonico. Vanda tenta il suicidio (per fortuna non riuscito), buttandosi giù da una finestra. Aldo non cede al ricatto, ma poi torna a casa e riannoda i lacci sciolti, benché solo in apparenza. 

 

Simbolico il gesto di intrecciare i lacci delle le scarpe in un modo particolare che Aldo insegna ai figli, Anna e Sandro, spettatori innocenti e impotenti purtroppo costretti ad assistere ai litigi dei genitori e a crescere covando rancori.

 

Diversi anni dopo ritroviamo Aldo (Silvio Orlando) e Vanda (Laura Morante) ormai anziani, sempre impegnati in litigi e battibecchi, insieme al vecchio gatto Bes, diminutivo di bestia (altro simbolo del loro rapporto). Senz’altro la conclusione è imprevista e coinvolge anche i figli, Anna (Giovanna Mezzogiorno) e Sandro (Adriano Giannini) adulti e pieni di rancori accumulati contro i genitori.

 

Lacci copre un periodo di circa 40 anni, anni di cambiamenti socio-economici che hanno segnato sempre più la crisi della famiglia. Anche se il regista forse non sottolinea abbastanza il contesto storico in cui l’azione si svolge, ci sembra troppo semplice addebitare i drammi familiari solo a legami che imprigionano le coppie, con consequenziali distruttivi intrecci psicologici. In fondo il divorzio esisteva già, ma la coppia sceglie di ritornare a convivere!

 

Senza dubbio quello che manca, sia nella coppia del film sia nel rapporto uomo-donna in generale di ieri e di oggi, è il rispetto reciproco. E purtroppo tutto ciò si riversa negativamente sui figli. Ormai è quasi giornaliero il triste elenco delle violenze in famiglia.

 

Senz’altro un film molto particolare, ma in verità disturbano alquanto i continui flashback, nonché la sostituzione degli interpreti principali con S. Orlando e L. Morante in età avanzata, poco somiglianti a L. Lo Cascio e A. Rohwacher. Un tempo si usava il trucco per invecchiare i protagonisti.

 

Tra i film del regista ricordiamo: Domani accadrà (1988), La settimana della Sfinge (1990), Il portaborse (1991), Arriva la bufera (1992), L'unico paese al mondo (1994) (collettivo), La scuola (1995), I piccoli maestri (1998), Dillo con parole mie (2003), Mio fratello è figlio unico (2007), La nostra vita (2010), Anni felici (2013), Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente (2015), Io sono Tempesta (2018), Momenti di trascurabile felicità (2019)

 

Ecco un’intervista a D. Lucchetti (da cinefilos_it)

 

 


Aggiungi commento