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24/11/24 ore

JUDY, di Rupert Goold. Un toccante biopic su Judy Garland


  • Giovanna D'Arbitrio

Judy,diretto da Rupert Goold, tratto dal dramma teatrale End of the Rainbow di Peter Quilter, narra gli ultimi mesi di vita della famosa cantante Judy Garland, nome d’arte di Frances Ethel Gumm, morta nel 1969 a soli 47 anni.

 

Le immagini iniziali ci ripropongono Judy Garland (Renée Zellweger) che dopo un’esibizione teatrale con i suoi figli, Lorna e Joey, ritorna in albergo dove le viene rifiutata la chiave della camera per non aver saldato il conto da diverso tempo. Sola, più volte divorziata, senza un soldo e senza una casa, è costretta ad affidare i figli al padre, Sidney Luft (Rufus Sewell), e ad accettare una tournée a Londra dove è ancora ammirata e ricordata.

 

Continui flashback ci riportano indietro nel tempo sul set del Mago di Oz dove viene sottoposta a uno stressante tour de force e rigide diete alimentari che le tolgono il sonno. Le vengono somministrati, pertanto, sonniferi e antidepressivi che non riuscirà ad abbandonare fino alla fine della sua vita. 

 

Costretta a esibirsi per denaro, spera di guadagnare abbastanza per avere di nuovo una casa e riprendersi i figli dei quali sente molto la mancanza. A Londra la raggiunge Mickey Deans (Finn Wittrock) che diventerà suo quarto marito. 

 

Ogni serata al night club Talk of the Town fa registrare il tutto esaurito, ma sempre più stressata a causa del fallimento del suo ultimo matrimonio e per la lontananza dei figli, preoccupata di non farcela, riprende a bere e a ingoiare pillole, benché la sua assistente, Rosalyn Wilder (Jessie Buckley), cerchi in tutti i modi di aiutarla ad arrivare sul palco ogni sera. Fischiata dal pubblico e considerata ormai inaffidabile, comunque torna in scena per un’ultima volta in una commovente esibizione in cui canta la famosa canzone Over the rainbow, ottenendo una standing ovation.

 

Interessante sapere che le figlie si rifiutano di vedere il film e preferiscono ricordarla mentre era all’apice della sua carriera. “A 37 anni, mia madre aveva già recitato in 39 film, partecipato a 500 show radiofonici e fatto 1257 concerti: ebbe una carriera decisamente straordinaria - ha affermato Lorna Luft -. Sono stata la persona più fortunata del mondo, ad averla avuta come madre”. Altrettanto decisa è stata la presa di posizione Liza Minnelli, la famosa cantante, primogenita di Judy e sorellastra di Lorna.

 

Notevole comunque l’interpretazione di Renée Zellweger che canta perfino le canzoni più significative della Garland, anche se in verità si rivela più convincente nelle parti drammatiche piuttosto che in altre scene dove appare piuttosto affettata e poco somigliante alla vera Judy, sempre semplice e spontanea nei filmati d’epoca visibili on line, indifesa e quasi smarrita in particolare in un’ultima intervista in cui parla abbracciata ai suoi figli più piccoli.

 

Bravi anche gli altri attori del cast, come Darci Shaw (Judy Garland giovane), Rufus Sewell, Michael Gambon. Bella Ramsey, Andy Nyman. La sceneggiatura è di Tom Edge, la fotografia di Ole Bratt Birkeland, le musiche di Gabriel Yared, la scenografia di Kave Quinn, il trucco di Robb Crafer, Jeremy Woodhead.

 

Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, ha vinto un premio ai Golden Globes, 3 candidature a BAFTA, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, ha vinto un premio ai SAG Awards, 1 candidatura a Spirit Awards.

 

Ecco l’intervista del 1967 a Judy Garland (da Jaycub Howard)

 

 


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