Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

24/11/24 ore

La Paranza dei Bambini, di Caudio Giovannesi. Dal libro di Saviano al film


  • Giovanna D'Arbitrio

Vincitore per la miglior sceneggiatura alla 69ma edizione del Festival di Berlino 2019, il film La Paranza dei Bambini di Claudio Giovannesi è tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano (Ed. Feltrinelli) che narra la storia di un gruppo di ragazzi napoletani nati nei quartieri a rischio dove la criminalità organizzata spadroneggia.

 

Ottima davvero la sceneggiatura di Claudio Giovannesi, Roberto Saviano, Maurizio Braucci, bravi gli interpreti in particolare Francesco Di Napoli nel ruolo di Nicola. Da notare il cammeo di Renato Carpentieri.

 

La descrizione sul risvolto di copertina del libro Di Saviano è valida anche per il film: “Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Quindicenni dai soprannomi innocui, come Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone: scarpe firmate, famiglie normali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. 

 

Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l’unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Sanno che “i soldi li ha chi se li prende”. E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli, i soldi, ma soprattutto il potere. 

 

La paranza dei bambini narra la controversa ascesa di una paranza, un gruppo di fuoco legato alla Camorra e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. Appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino.

 

Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti. Roberto Saviano entra implacabile nella realtà che ha sempre indagato e ci immerge nell’autenticità di storie immaginate con uno straordinario romanzo di innocenza e sopraffazione. Crudo, violento, senza scampo.

 

Crudo, violento e senza scampo” è anche il film che lascia un sapore di amaro in bocca e una tristezza senza fine nell’anima: agli spettatori mancano perfino le parole e alla fine escono in silenzio.

 

Ci sembra giusto citare la dedica scritta di Roberto Saviano sul libro che ben si addice anche al film: "Ai morti colpevoli. Alla loro innocenza", ovviamente riferita a tutti quei bambini e adolescenti la cui innocenza viene contaminata nei quartieri a rischio da degrado, mancanza di istruzione, formazione e lavoro.

 

E non solo a Napoli, tuttavia, ma in tutto il Sud d’Italia e in tutte le periferie nazionali e internazionali, per non parlare dei paesi del terzo mondo dove i bambini subiscono inaudite violenze.

 

Ecco un’intervista in cui è presente anche Saviano. (da Movieplayer.it)

 

 


Aggiungi commento