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24/11/24 ore

Il Verdetto, di Richard Eyre. Storia di un minore, tra vita, morte, leggi e religione



Il Verdetto,di Richard Eyre, tratto dal romanzo diIan McEwan,(in Italia edito da Einaudi col titolo “La ballata di Adam Henry"), fa riferimento nel titolo alla legge inglese, The Children Act, che recita: "Quando una corte di giustizia delibera in merito all'educazione di un bambino, il benessere del bambino stesso deve essere considerato come prevalente e prioritario".

 

Il racconto nel film inizia quando Fiona Maye(Emma Thompson), un giudice dell’Alta Corte di Giustizia, deve affrontare il caso di un ragazzo di 17 anni, Adam Henry, (Fionn Whitehead),il quale soffre di leucemia e rifiuta le trasfusioni di sangue poiché è un testimone di Geova e pertanto, come i suoi genitori, crede che introdurre sangue altrui nel proprio corpo sia contrario ai principi della Bibbia.

 

Fiona potrebbe applicare semplicemente la legge che protegge la vita dei minori, ma durante il processo emergono elementi sulla personalità del ragazzo che suscitano il suo interesse e l’inducono a fargli visita in ospedale. In un incontro molto toccante fra i due, un incontro che segnerà le loro vite, Fiona riesce a stabilire un buon contatto con il ragazzo, cantando perfino con lui che suona con la chitarra "Down by the Salley Gardens",versi in musica del poeta irlandese W.B.Yeats,tra i quali uno in particolare colpisce Adam  risvegliando in lui l’amore per la vita : “Mi invitò a prendere la vita così come veniva, come l'erba cresce sugli argini".

 

Fiona tornata in tribunale impone la trasfusione per legge: Adam è salvo e pieno di gioia di vivere, ma nell’intraprendere il nuovo camminochiede disperatamente aiuto alla donnache lo ha salvato, la sola che secondo lui potrà rispondere a tutte le sue domande e ai suoi dubbi sull’esistenza. 

 

Trovandosi nel bel mezzo di una crisi matrimoniale, con un marito (Stanley Tucci) che la tradisce sentendosi trascurato, Fiona ha paura per l’attrazione che sente per il ragazzo e lo respinge duramente. Il suo comportamento purtroppo avrà conseguenze drammatiche per il giovane il quale, sfiduciato e abbandonato a se stesso, deciderà di non accettare più trasfusioni quando avrà compiuto i 18 anni e il male si ripresenterà con violenza conducendolo alla morte.

 

Un film commovente che pone drammatici interrogativi su malattia, vita e morte, condizionamenti religiosi e leggi che riguardano i minori, nonché drammi esistenziali e responsabilità nel decidere per gli altri e per se stessi. Colpisce in particolare che in assenza di una guida da parte del giudice, non venga offerto nessun supporto psicologico ad un giovane i cui genitori sono incapaci di aiutarlo in quanto convinti testimoni di Geova. 

 

Colpisce anche una frase di Fiona che nel deliberare in favore della trasfusione, afferma che “la vita deve prevalere sul concetto di dignità”, in questo caso davvero inopportuna e fuorviante, in quanto si tratta di un minore condizionato da un credo religioso. Un ragazzo che potrebbe essere curato, non certo di un malato terminale adulto che rifiuta l’accanimento terapeutico.

 

Un buon film, comunque, che stimola discussioni e si avvale della magistrale l’interpretazione di Emma Thompson e Fionn Whitehead, nonché della valida la sceneggiatura di Ian Mc Ewan, autore del libro.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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