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24/11/24 ore

Mary Shelley-un amore immortale, di Haifaa al-Mansour. Frankenstein e la condizione femminile



Mary Shelley - Un amore immortale, diretto da Haifaa al-Mansour, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel 2017 e poi al Torino Film Festival, narra la storia d'amore tra Mary Wollstonecraft Godwin e ilpoeta Percy Bysshe Shelley.

 

Il racconto comincia quando Mary (Elle Fanning), figlia di Mary Wollstonecraft, scrittrice femminista ante litteram, e di William Godwin,(Stephen Dillane), filosofo e politico radicale, ha l’età di 16 anni e vive con il padre, la matrigna e i suoi figli, tra i quali l’amata sorellastra Claire Clairmont. Mary ama inventare storie di fantasmi (che il padre disapprova) e odia la sua matrigna, per cui viene allontanata dalla famiglia per trascorrere un periodo presso amici in Scozia

 

 Qui incontra il giovane poeta Percy (Douglas Booth) di cui s’innamora fino a decidere di fuggire di casa con lui insieme alla sorella Claire (Bel Pouley), la quale in seguito diventerà l’amante di Lord Byron (Tom Sturridge).

 

Nella sua villa svizzera, durante un temporale, Byron propone di scrivere una storia di fantasmi a Mary, Percy e John Polidori (Ben Hardy), scrittore e medico britannico. Nasce così la gothic novel di Mary, Frankenstein; o il moderno Prometeo (Frankenstein; or, the modern Prometheus)in cui dà sfogo a tutto il dolore e le delusioni per le rinunce e la solitudine causate dalla vita con Percy, spesso infedele durante la loro convivenza sconvolta anche da molti drammi familiari.

 

In un primo momento il romanzo viene pubblicato in forma anonima per la diffidenza di editori maschilisti che ritengono Percy il vero autore e non  Mary, una giovane donna di soli 18 anni.La storia si conclude in modo positivo con l’aiuto di suo padre William e dello stesso Percy che dichiara pubblicamente di non essere l’autore del romanzo. Didascalie finali informano che Mary e Percy vissero insieme finché egli non morì in un naufragio a 29 anni.

 

Il film è molto centrato sul tema della condizione femminile e sulla figura di Mary (magistralmente interpretata da Elle Fanning), descritta come una donna coraggiosa e sensibile, forte e matura, la quale fa scelte difficili a soli 16 anni. In verità Shelley e Byron, invece, sono trattati molto duramente dalla regista e ridotti quasi a due marionette, due pupazzi maschilisti che trattano in modo vergognoso le donne. Sicuramente non furono dei santi, ma nella loro descrizione c’è qualcosa di eccessivo, poiché non c’è alcun accenno ad aspetti positivi, né a quelli delle loro opere, né tantomeno a quelli del romanticismo.  

 

Un buon film, comunque, che si avvale della sceneggiatura della stessa regista e di Emma Jensen. La fotografia è di David Ungaro, la colonna musicale di Amelia Warner.

 

Da ammirare il coraggio della regista saudita più volte minacciata per i temi trattati. Haifaa al-Mansour, figlia del poeta Abdul Rahman Mansour, che le insegnò ad amare il cinema attraverso i video per assenza di sale cinematografiche nel suo Paese, è laureata in Lettere e ha conseguito poi un master in regia all'Università di Sidney.

 

Ha iniziato la sua attività con tre cortometraggi, Who?, The Bitter Journey, The Only Way Out e il documentario Women Without Shadows, sui problemi delle donne in Medio Oriente. Ha partecipato al “Three Continents Festival” a Nantes, in Francia, con il film La bicicletta verde. Per le sue opere ha ottenuto diversi premi a livello internazionale.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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