Cristiano Gerbino, Film is about to start
Mi è sempre piaciuto l'odore di pittura fresca. Quella notte approdai lì, era quasi l'una, che gli ultimi 5 o 6 volenterosi cinematografari prestati all'edilizia stavano andando via, vestiti di polvere e calcinaccio. Kino, mi avevano detto che si sarebbe chiamato.
Per ora io vedevo un paio di esili colonne piantate lì, in mezzo ad una sala piccola e angolosa, e una scaletta che scendeva giù, andai a curiosare, verso 35 piccole poltroncine rosse in silenziosa attesa. Dopo quasi 30 anni di racconti, lo schermo era muto. Il cinema Grauco non aveva più voce. Film is about to start, dicevano adesso con forza loro. Quasi 60 voci, tutte insieme. E iniziò, quel film. All’incirca un paio di anni fa.
Adesso a via Perugia, nel multietnico Pigneto romano, vado a sentirlo, il Cinema, che grida a quelle poltroncine rosse occupate da donne e uomini di non smettere di drizzare le orecchie e spalancare gli occhi, perché lo schermo continua a recitare poesie, a dipingere mondi, a comporre sinfonie.
E ci torno, al Kino, perché mi piace sgranocchiare taralli e bere il mio rosso mentre la Settima Arte (sorprendentemente) fermenta ancora, in questa piccola botte di legno pregiato co-struita con cura e devozione da 54 ‘precari’ del Cinema italiano.
Ed è qui che io e il mio bicchiere di vino incontriamo l’uomo che per primo iniziò a sognare, adottando pareti e inseminando idee, partorendo infine...