The Dinner, il film di Oren Moverman sul tema del bullismo, tratto dall’omonimo romanzo dell’olandese HermanKoch, è in effetti il terzo remake cinematografico, giunto dopo HetDiner di Menno Meyjer e I Nostri Ragazzi di Ivano De Matteo.
La storia inizia in un ristorante di lusso durante una cena in cui i fratelli Lohman si incontrano per discutere dell’efferato crimine commesso dai loro figli adolescenti che hanno dato fuoco ad una clochard.
Tra una raffinata portata e l’altra, illustrate da un esperto chef, camerieri che sfilano in divisa con piatti pieni di cibi prelibati, si svolgono dialoghi ora sarcastici, ora serrati e intensi tra Paul Lohman (Steve Coogan)psicopatico, logorroico e ipercritico insegnante di storia, Stan, suo fratello (Richard Gere), uomo politico in carriera, e le loro rispettive mogli, Claire (Laura Linney) e Katelyn (Rebecca Hall).
Diverse fasi, scandite da continui flash back, illustrano con ritmo crescente il dramma familiare, scavando nel passato alla ricerca di cause ed effetti per risalire a responsabilità genitoriali, dinamiche familiari fonti di disagio psichico e conflittualità, problematiche individuali e conseguenziali scelte di vita.
E tutto ciò non basta ancora al regista che, attraverso i graffianti monologhi di Paul, disseziona e colpevolizza la storia americana, costellata di sanguinose guerre che hanno impresso il loro marchio nella società.
In effetti, anche se il regista intende sollecitare riflessioni etiche sulle decisioni che i genitori dovrebbero prendere nel denunciare o meno i loro figli, il discorso del film è molto più ampio: efferati episodi di bullismo estremo, spesso pubblicati su Internet e social, rappresentano un fenomeno dilagante e preoccupante della nostra epoca.
Un film cupo in cui anche la fotografia (Bobby Bukowski) si avvale di colori scuri e opprimenti, evidenziando la drammaticità dei dialoghi e degli eventi (sceneggiatura di O. Moverman).
Piuttosto sfruttato il contesto della “cena” tra parenti o amici, sia a cinema che a teatro, dalla lontana Cena delle beffe di Blasetti, a Metti una sera a cena di G. Patroni Griffi, Il fascino discreto della borgesia di Buñuel, Indovina chi viene a cena di S. Kramer, fino alle più recenti opere, come La cena dei cretini di Veber, La cena per farli conoscere di Pupi Avati, Carnage di Polanski, Il nome del figlio di F. Archibugi, tratto dal film francese La cena tra amici (a sua volta ispirato alla pièce teatrale Le Prenom) e così via…
Giovanna D’Arbitrio