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23/11/24 ore

La corrispondenza di Giuseppe Tornatore. Tra amore reale e virtuale



“La Corrispondenza”,l’ultimo film di Giuseppe Tornatore, racconta la storia di una corrispondenza virtuale tra un attempato professore di astrofisica, Ed Phoerum (Jeremy Irons) e Amy Ryan una tormentata studentessa (Olga Kurylenko)con sensi di colpa per una tragedia familiare che la induce a rischiare spesso la sua vita come spericolata stuntgirl.

 

Mentre è in corso la loro romantica storia d’amore, il professore (tra l’altro sposato e con figli) scompare misteriosamente, ma trova il modo di farsi vivo attraverso video messaggi sul computer  e su cellulare, bigliettini, lettere e piccoli doni consegnati a lei da amici e conoscenti.

 

Alla fine ella scopre che Ed è morto dopo una grave e breve malattia, ma ha voluto prolungare la sua presenza oltre la vita approfittando delle nuove tecnologie.

 

In un’intervista il regista, pur riconoscendo i vantaggi forniti all’uomo da scienza e tecnica, ha affermato che comunque “la miglior macchina” rimane sempre l’uomo. In verità il termine “macchina” ci sembra poco appropriato, non solo a questo film, ma in genere a tutte le opere di Tornatore, sempre focalizzate su esseri umani con i loro pregi e difetti, su sentimenti, rapporto uomo-donna, amicizia, amore, nonché impegno sociale e civile.

 

Ne “La Corrispondenza”, ritorna di nuovo al tema dell’amore e dei rapporti tra esseri umani, rapporti che vanno sempre curati e ripristinati anche quando, per le vicissitudini della vita, essi vengano spezzati da distanza,  incomunicabilità e incomprensioni (come è accaduto ad Amy e sua madre).

 

Oltre a tali considerazioni, gli studi stessi di Ed e Amy in astrofisica sembrano proiettare il loro amore oltre i confini della Terra, in un nesso metaforico tra macrocosmo e microcosmo, in un cielo pieno di splendide nebulose e affascinanti supernove che continuano a mandare un’intensa luce anche dopo la loro esplosiva fine. E dal cielo perfino nel cervello di Ed sembra giungere una stella, un tumore pentastellato, segno di un incancellabile legame tra realtà diverse.

 

Senza dubbio una trama simile è difficile da gestire, perfino per il poliedrico Tornatore, regista e sceneggiatore di “Corrispondenza”, un film sempre in bilico tra realtà virtuale e reale, tra ragione e sentimento, un film che soprattutto  rischia di cadere a tratti in un melanconico melo sul tema di amore e morte, molto comune anche in letteratura.

 

La maestria del regista, la bravura degli attori, nonché le musiche di E. Morricone e la fotografia di Fabio Zamarion contribuiscono a farne un’opera di buon livello che in qualche modo riesce a inserirsi nel quadro di film più incisivi e pluripremiati, come Nuovo cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano,  L’uomo delle stelle, Baaria,  La Sconosciuta, La migliore offerta.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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